Lavoratori con disabilità e caregiver possono richiedere i permessi retribuiti per assentarsi tre giorni al mese dal posto di lavoro.
Un’agevolazione in ambito lavorativo da approfondire quella sui permessi di tre giorni soprattutto ora che c’è una novità da scoprire.
In Italia vige una normativa che disciplina i benefici concessi ai lavoratori con handicap e ai familiari che se ne prendono cura. Il riferimento è alla Legge 104, una legislazione volta a tutelare i diritti dei soggetti con minorazioni psichiche e fisiche. L’elenco delle agevolazioni e delle regole da conoscere è piuttosto lungo tanto da comportare delle lacune negli interessati. Non conoscendo a fondo la normativa si potrebbero perdere delle importanti agevolazioni oppure commettere inconsapevolmente degli errori dalle serie conseguenze. Sapevate che con la Legge 104 è possibile comprare uno smartphone a prezzo scontato? E che il congedo straordinario non verrà concesso se non si soddisfa il requisito della convivenza con il disabile?
Oggi ci soffermeremo sui permessi di tre giorni concessi sia al lavoratore con disabilità che al caregiver per assentarsi dal luogo di lavoro continuando ad ottenere la retribuzione. Dipendenti pubblici, privati, a tempo determinato, indeterminato, full time o part time. Tutti i titolari di Legge 104 possono richiedere i permessi ma attenzione ai particolari legislativi.
Permessi retribuiti e Legge 104, le regole da conoscere
Tutti i lavoratori dipendenti possono fruire dei permessi 104 tranne i lavoratori domestici, i lavoratori a domicilio e i lavoratori agricoli giornalieri. L’agevolazione è contenuta in una Legge dello Stato e di conseguenza richiedibile anche se non esplicitamente prevista nel Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro. I giorni di permesso sono al massimo tre, fruibili anche ad ore per i dipendenti privati. Il numero delle ore spettanti sarà calcolato con uno specifico algoritmo. I dipendenti pubblici potranno godere del frazionamento ad ore solo se previsto dal CCNL.
Condizione necessaria per inoltrare richiesta di una giornata di permesso è prestare assistenza al familiare con disabilità (se caregiver). Il lavoratore, dunque, non potrà utilizzare la misura per una gita fuori porta, per andare in palestra o dal parrucchiere, pena il licenziamento. Durante il giorno di assenza dal lavoro dovrà prendersi cura dell’assistito facendogli compagnia, pagando per suo conto le bollette, facendo la spesa, accompagnandolo ad una visita medica.
Chi può accedere alla misura
I permessi retribuiti sono richiedibili da
- disabili in situazioni di gravità,
- genitori anche se affidatari o adottivi di figli con disabilità grave,
- coniuge, parte dell’unione civile e conviventi di fatto e affini entro il secondo grado,
- parenti e affini fino al terzo grado qualora il coniuge, la parte dell’unione civile o il convivente di fatto abbiano compiuto 65 anni oppure siano affetti da patologie invalidanti, siano deceduti o mancanti.
Tra i requisiti aggiungiamo essere lavoratori dipendenti e assicurati INPS e la gravità dell’handicap del lavoratore richiedente o del familiare del caregiver. Con riferimento al lavoratore disabile occorre puntualizzare che può scegliere tra i tre giorni di permesso al mese oppure due ore di permesso giornaliero. L’accesso è consentito, dunque, per entrambe le agevolazioni ma ricordiamo che non sono cumulabili.
Tra le informazioni da conoscere, poi, l’incidenza dei permessi sulle ferie. La normativa è chiara. Le giornate di ferie e malattia non incidono sul diritto ai tre giorni di permesso anche usufruendo di ferie, malattia e permessi retribuiti nello stesso mese.
Quando i permessi retribuiti non sono concessi
I tre giorni di permessi retribuiti non vengono concessi nel momento in cui il disabile viene ricoverato a tempo pieno presso una struttura ospedaliera o simile che presta assistenza sanitaria continuativa. La normativa, però, ammette delle eccezioni. I permessi sono richiedibili se in caso di
- interruzione del ricovero a tempo pieno per necessità da parte della persona con handicap grave di recarsi fuori dalla struttura per effettuare terapie oppure visite mediche,
- ricovero a tempo pieno di un soggetto disabile grave in stato vegetativo persistente o con diagnosi infausta a breve termine (prossimo alla morte),
- ricovero a tempo pieno di un disabile grave per il quale è richiesta dalla struttura la presenza di un familiare per prestare assistenza.
La novità che facilita l’assistenza al disabile
Arriviamo infine alla novità che permette al caregiver una gestione più semplice del familiare con disabilità. Dal mese di agosto 2022 è stata eliminata la figura del referente unico con riferimento ai caregiver. Significa che più caregiver possono occuparsi di uno stesso invalido e avere accesso ai permessi retribuiti (messaggio INPS numero 3096 del 5 agosto 2022).
Più soggetti, dunque, possono richiedere i permessi restando comunque nel limite di tre a mese. Inoltre, la fruizione dovrà essere alternata. Significa che se un caregiver fa domanda di due giorni di permesso per il mese di marzo 2023, l’altra persona che assiste il disabile potrà chiedere solamente un giorno di permesso nel mese in corso. Inoltre le giornate di assenza dal luogo di lavoro non potranno coincidere.