Sporotricosi, la malattia della pelle trasmessa dai gatti: ha colpito 3 persone e desta preoccupazione

L’infezione da un fungo, Sporothrix brasiliensis, dà una malattia della pelle con vesciche e pustole, e sembra che si stia espandendo.

La malattia, così come l’agente patogeno che la causa, sono conosciuti nel mondo scientifico, ma fino ad ora i casi avevano riguardato solamente alcuni Paesi del Sudamerica.

Sporotricosi cos'è
InformazioneOggi

Alcune notizie divulgate dalla rivista britannica Daily Mail riportano i casi di alcune persone che hanno contratto la Sporotricosi, a causa dei graffi di un gatto. In un altro nostro articolo parlammo proprio dei rischi che corriamo a seguito di una normale ferita: purtroppo a volte si aprono scenari gravi e non bisogna mai sottovalutare le conseguenze.

Nel caso delle tre persone affette da Sporotricosi (un’anziana, sua figlia e un veterinario), sembra che la malattia sia insorta dopo che erano stati graffiati da un gatto prelevato in Brasile e portato nel Regno Unito. Ma oltre al caso, comunque raro, che si è verificato recentemente, la comunità scientifica ha lanciato un allarme. Ecco perché.

Cos’è la Sporotricosi i sintomi e quali sono i potenziali effetti gravi

La Sporotricosi è una malattia multiforme che può imitare altri tipi di dermatosi. Può variare in base a diversi fattori come la profondità del graffio/ferita, la situazione immunologica dell’ospite, la virulenza del fungo o del ceppo trasmesso. Gli esperti hanno classificato la malattia in 4 categorie:

  • linfatica cutanea (la forma più comune);
  • cutanea localizzata;
  • disseminata (cutanea o sistemica)
  • extracutanea (mucosa, ossea, oculare, articolare, viscerale)

“Il tipo linfatico cutaneo è quello più frequente, che si verifica in più del 75% dei casi. Colpisce principalmente le mani e gli avambracci negli adulti, mentre nei bambini il viso è una sede comune, (oltre il 92% dei casi pediatrici). Inizialmente è caratterizzata da una papula, un nodulo o una gengiva che si ulcera (ulcera da inoculazione), e poi nuovi noduli o gengive compaiono lungo uno o anche più di un percorso linfatico verso la catena linfatica regionale (percorso linfatico centripeto). Può verificarsi una lieve adenopatia regionale e i sintomi sistemici, quando presenti, sono generalmente lievi. La malattia bilaterale è rara e, quando si verifica, suggerisce molteplici focolai di inoculazione. Negli iperendemici dovuti a trasmissione zoonotica a Rio de Janeiro, è comune l’inoculazione di più di un sito da parte di graffi o morsi di gatto.” 

I trattamenti attualmente esistenti consistono in farmaci facilmente reperibili, ma la cura può durare anche diversi mesi e fino ad un anno; infatti non deve cessare fino a che i segni dell’infezione non sono scomparsi del tutto. Le pustole, le lesioni, le croste e il pus difficilmente si diffondono da persona a persona, ma ciò non è completamente escluso, soprattutto se vi è un contatto diretto e prolungato tra l’infetto e altri soggetti.

Queste informazioni le abbiamo reperite su una nota rivista specializzata. Le conseguenze della malattia, quando non scompare da sola, possono riversarsi su altri organi oltre alla pelle: occhi, articolazioni, ossa e anche polmoni.

L’espansione della malattia preoccupa gli scienziati

Sebbene la malattia data dal fungo sia più frequente nei climi sub tropicali, si manifesta in tutto il mondo, e in modo sempre più crescente. In particolare, sembra che chi si infetta manifesti sempre più spesso reazioni atipiche e di ipersensibilità, costituendo di fatto un nuovo aspetto della sporotricosi da tenere in considerazione, e che secondo gli esperti “merita attenzione da parte della comunità medica, così come da parte di altri operatori sanitari”.

La trasmissione zoonotica, dunque, è già dimostrata ma adesso pare che si stiano sviluppando ulteriori forme della malattia. Ecco perché il caso delle tre persone infettate (che per fortuna adesso sono guarite) non va comunque sottovalutato.

(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)

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