Scopriamo come riportare gli affitti brevi nel modello 730 per compilare correttamente la dichiarazione dei redditi.
I contratti di locazione breve sono contratti stipulati per un affitto di un immobile ad uso abitativo di durata inferiore a 30 giorni.
Avere un tetto sopra la testa è la priorità numero uno per ogni persona. Gli italiani preferiscono sottoscrivere mutui e avere una casa di proprietà pur dovendo pagare mensilmente cifre onerose – soprattutto ora con i tassi alle stelle. Chi non riesce a convincere la banca della propria affidabilità creditizia allora deve necessariamente optare per un affitto. Solitamente la durata minima è di sei mesi/un anno ma può succedere che si possa aver bisogno di un immobile per un periodo temporale molto breve, meno di trenta giorni.
Tale necessità, ad esempio, può presentarsi per un lavoro che richiede un trasferimento di due, tre settimane al massimo lontano dalla propria residenza. Oppure mentre si attende di concludere l’acquisto di una casa. Indipendentemente dalla motivazione dell’inquilino, una volta stipulato un contratto di locazione breve questo dovrà essere riportato dal proprietario dell’immobile affittato nel modello 730 per la dichiarazione dei redditi.
Affitti brevi, cosa sono e cosa comportano
Gli affitti brevi prevedono la sottoscrizione di un contratto per utilizzare un immobile ad uso abitativo per un periodo non superiore ai 30 giorni. Tale contratto potrà essere stipulato da persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività di impresa.
Tutte le informazioni riguardanti le locazioni brevi devono obbligatoriamente essere trasmesse entro il 30 giugno dell’anno successivo alla firma del contratto. L’adempimento deve essere portato a termine da chi esercita attività di intermediazione immobiliare e chi gestisce portali telematici e mette in contatto persone che cercano una casa e persone che ne affittano una.
Nello specifico, gli addetti ai lavori hanno il compito di applicare alle somme del canone la ritenuta del 21% e versarle, poi, tramite modello F24 utilizzando il codice tributo 1919. La trasmissione dei dati per i residenti richiede l’utilizzo del canale Entrate o Fisconline.
Modello 730, i compiti per i proprietari di immobili in locazione breve
I proprietari di immobili in comproprietà affittati per un breve periodo di tempo hanno l’obbligo di specificare nel modello 730 la quota in possesso del corrispettivo lordo spettante. Lo stabilisce l’Agenzia delle Entrate sottolineando come sia richiesta l’indicazione nella dichiarazione dei redditi delle somme spettanti a tutti i proprietari della casa oggetto di affitto breve.
Tale obbligo dovrà essere ottemperato anche nel caso in cui il contratto dovesse riportare un solo nome dei proprietari. Se nella Certificazione Unica rilasciata dall’intermediario risulta riportato, dunque, solamente il codice fiscale di un comproprietario – ossia quello che ha stipulato il contratto d’affitto – nel momento in cui si deve riportare l’importo del corrispettivo nella dichiarazione dei redditi bisognerà modificare il dato riducendolo al 50% (in caso di due proprietari).
L’altro comproprietario, dal canto suo, indicherà il restante 50% nella propria dichiarazione dei redditi.
Alcune informazioni sulla disciplina fiscale degli affitti brevi
I proprietari possono applicare le disposizioni con riferimento alla cedolare secca sugli affitti, le stesse utilizzabili per i redditi fondiari, i redditi di contratti di sublocazione, di concessione in godimento oneroso e di locazione con servizi accessori.
Scegliere il regime cedolare significherà assoggettare il reddito ricavato dalla locazione all’imposta sostitutiva del 21% e non alla tassazione ordinaria che include IRPEF e addizionali regionali nonché comunali. Nello specifico, i contratti di affitti brevi che consentono di ottenere la cedolare secca sono quelli
- di durata inferiore a 30 giorni,
- con data di stipula posteriore al 1° giugno 2017,
- per cui non è richiesta l’adozione di un particolare schema contrattuale,
- riguardanti unità immobiliari ad uso abitativo – anche per fini turistici – di categoria da A1 a A11 escluso A10, situate in Italia, complete di pertinenze,
- che prevedono o meno servizi accessori come l’utilizzo delle utenze telefoniche o l’uso del wi-fi,
- di sublocazione, comodato a titolo oneroso, affitti brevi di singole stanze di una casa,
- conclusi direttamente dalle parti oppure avvalendosi di soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o gestori di portali telematici.
La scelta del regime agevolato si esercita con la dichiarazione dei redditi – come già detto – dell’anno in cui si maturano i canoni di locazione o nel quale i corrispettivi vengono riscossi. In alternativa la scelta del regime potrà essere effettuata con la registrazione volontaria del contratto.
Comunicazione dei dati all’Agenzia delle Entrate
Le parti che intervengono nella conclusione di un contratto di locazione breve dovranno trasmettere al Fisco nome, cognome e codice fiscale del locatore, la durata del contratto, l’indirizzo dell’immobile e l’importo del corrispettivo lordo. Sono obbligati gli intermediari coinvolti nell’incontro tra proprietario della casa da affittare e futuro inquilino che offrono anche un supporto professionale e tecnico informatico.
Il canale più veloce da utilizzare è quello telematico accedendo al portale dell’Agenzia delle Entrate entro il 30 giugno dell’anno successivo alla stipula del contratto. In caso di incompletezza, omissioni di dati o errori è prevista una sanzione di importo compreso tra 250 e 2 mila euro (la cifra può essere dimezzata provvedendo alla correzione entro quindici giorni dalla scadenza).