Pensione in pericolo con lo stralcio cartelle sotto i 1000 euro: la verità che non tutti conoscono

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di fatto rilancia l’avviso dell’Inps con l’informativa n. 31 del 7 marzo scorso. Si rischia di perdere l’accredito a favore della posizione previdenziale in caso di stralcio cartelle legate ai debiti contributivi.

Chiari rischi di ambito previdenziale per i lavoratori autonomi, dopo l’ultima informativa n. 31 del CNDCEC – Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili – pubblicata e diffusa lo scorso martedì 7 marzo.

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Informazione Oggi

È noto che la pace fiscale di cui all’ultima manovra comporta una serie di agevolazioni per i contribuenti, ma attenzione nel caso in cui si ricorra allo stralcio delle cartelle esattoriali per importi al di sotto dei mille euro, infatti detta misura potrebbe avere effetti negativi sulla pensione.

Proprio così. Lo stralcio delle cartelle sotto i 1.000 euro potrebbe avere ripercussioni sul futuro trattamento previdenziale. Di fatto per chi ha la partita Iva l’eventuale annullamento dei debiti contributivi cancellerebbe anche il collegato accredito previdenziale, allontanando così nel tempo la pensione. Approfondiamo queste novità contenute nell’ultima legge di Bilancio, circa l’annullamento automatico dei debiti sotto una certa soglia. I dettagli.

Cartelle e annullamento debiti: i rischi per il contribuente lavoratore

Il Consiglio ha in questi giorni rimarcato quali conseguenze comporta lo stralcio delle cartelle per debiti di importo al di sotto dei 1.000 euro e come funziona. Al contempo ha ribadito che è di particolare rilievo attenzionare i contribuenti, in specie i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti), i lavoratori autonomi in agricoltura e coloro che sono iscritti alla Gestione Separata (parasubordinata e liberi professionisti), in merito agli effetti collegati alla misura dello stralcio.

CNDCEC raccomanda infatti di non dimenticare la possibilità, fino al 31 marzo prossimo, di compiere il regolare pagamento della contribuzione la quale, se fatta oggetto di stralcio, non potrà – una volta scattato l’annullamento automatico – alimentare la posizione assicurativa del lavoratore.

Non dimentichiamo infatti che tra i debiti sotto i mille euro rientrano anche quelli legati al versamento della contribuzione. Perciò gli artigiani e i commercianti, i lavoratori autonomi in agricoltura e gli iscritti alla Gestione separata Inps che non hanno versato rate di contributi, dopo essere scattato lo stralcio o annullamento automatico, andrebbero a perdere il collegato accredito ai fini previdenziali. Le conseguenze insomma sarebbero del tutto evidenti.

Che succederà in caso di effettivo stralcio?

Si tratta di una questione che va debitamente rimarcata, perché ha riflessi di tipo previdenziale piuttosto evidenti. In pratica oltre ai debiti sarebbero cancellati altresì i correlati periodi di contribuzione ai fini del trattamento pensionistico. Dunque un vantaggio e uno svantaggio insieme e una situazione scomoda specialmente per i lavoratori autonomi agricoli, per cui il mancato versamento di una sola rata della contribuzione dovuta per una annualità fa scattare il mancato accredito di tutto l’anno contributivo. Con evidenti ripercussioni economiche.

Il CNDCEC attraverso l’informativa n. 31 del 7 marzo scorso ha così diffuso un utile avviso della Direzione Centrale Entrate dell’Inps relativo allo stralcio delle cartelle sotto i mille euro. In particolare, il riferimento va al pacchetto di misure di tregua fiscale previste dall’ultima manovra che prevede, dal 31 marzo, l’annullamento automatico dei singoli debiti affidati all’Agente della Riscossione nel periodo compreso tra il primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2015 e di ammontare residuo fino a 1.000 euro.

Siccome automatico, i lavoratori e le lavoratrici interessate non dovranno fare alcuna richiesta ad hoc per avvalersi dell’intervento dello stralcio.

Conclusioni

Ribadiamo che, nelle ipotesi nelle quali i lavoratori appartenenti alle categorie di cui sopra non abbiano versato rate di contributi nei periodi di cui alla sanatoria, dopo l’annullamento automatico del debito, vale a dire dal primo aprile, si vedrebbero cancellato anche il collegato accredito contributivo. E questo perché tra i debiti rientranti nello stralcio c’è anche il pagamento della contribuzione e per questi lavoratori, in riferimento ai quali non si applica il principio di automaticità delle prestazioni (che si applica invece ai lavoratori subordinati), la posizione assicurativa-previdenziale è alimentata in proporzione all’effettivo versamento della contribuzione.

Ecco perché, in conclusione, sia l’istituto di previdenza che, di seguito, il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili hanno ritenuto opportuno ricordare che sussiste per il mese in corso la possibilità di compiere comunque il versamento della contribuzione dovuta, e ciò al fine di evitare la cancellazione dei periodi contributivi.

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