Riforma fiscale 2023, i contribuenti si preparano a salutare le cartelle esattoriali per lasciar posto a procedure di recupero crediti fiscali più efficaci e rapide.
La riforma fiscale si preannuncia assai significativa sotto numerosi punti di vista. Non soltanto la revisione delle aliquote Irpef e dei correlati scaglioni di reddito o il riordino dell’Iva, perché all’orizzonte vi sono importanti novità anche in tema di debiti fiscali.
All’orizzonte i contribuenti trovano infatti l’addio alle cartelle esattoriali e alla prescrizione, così come li conosciamo oggi, e questo perché la nuova legge di riforma del Fisco intende abbandonare i cd. ruoli. In termini pratici ciò vuol dire procedure di pignoramento e ipoteche più rapide ma anche aggiornamenti in riferimento ai termini di prescrizione, che si allungheranno.
La riforma mira a concentrarsi di più sull’incasso, via via eliminando il ruolo delle cartelle esattoriali, le quali sono state a lungo considerate come la maggior soluzione per il recupero dei crediti, in verità rappresentando soprattutto una montagna di pratiche accumulate senza effettivo recupero dei fondi.
Vediamo allora un po’ più da vicino le prossime novità in tema di legge di delega fiscale, che arriverà in Consiglio dei Ministri entro il prossimo 16 marzo. Gli aggiornamenti in arrivo serviranno a velocizzare il recupero dei crediti di natura fiscale. I dettagli.
Riforma fiscale 2023, stop cartelle esattoriali: le ultime novità
Come in molti già sapranno, la cartella esattoriale o cartella di pagamento consiste nello strumento sfruttato dai concessionari per il recupero del credito, legato alla riscossione delle tasse. E’ comunque vero che non tutte le cartelle di pagamento attengono a tributi erariali di competenza dell’Amministrazione finanziaria. Non poche cartelle includono infatti inviti a versare somme che provengono da contravvenzioni stradali, sanzioni amministrative di diverso tipo, tasse comunali e così via.
Finora sono state applicate regole ad hoc: le cartelle esattoriali sono notificate ai contribuenti dai concessionari della riscossione attraverso i propri addetti o spedite per raccomandata. Esse tipicamente includono l’invito a pagare il dovuto entro uno specifico termine di legge, le somme “iscritte a ruolo” a carico del contribuente. Ebbene tutto questo tra poco apparterrà al passato perché, come accennato all’inizio, le cartelle esattoriali notificate ai contribuenti che non pagano le tasse, imposte o sanzioni, scompariranno insieme ai ruoli.
La legge delega fiscale intende sburocratizzare la fase del recupero crediti fiscali, con la conseguenza che avremo tempi meno lunghi onde dare luogo a ipoteche e pignoramenti, in particolare presso terzi e cioè sui conti correnti dei contribuenti.
Gli accertamenti delle Entrate saranno direttamente esecutivi
Finalità della riforma fiscale è dunque snellire le procedure in materia, le quali attualmente sono fin troppo articolate, prevedendo fasi quali l’accertamento e avviso di pagamento da parte dell’ente titolare del credito, la formazione del ruolo e consegna all’Agente per la Riscossione, la notifica della cartella esattoriale al contribuente e l’avvio del pignoramento o delle azioni cautelari.
Cosa cambierà in concreto? Ebbene ruolo e cartella saranno archiviati per essere sostituiti con la notifica, su iniziativa dell’ente titolare del credito, di accertamenti esecutivi in via diretta – da parte delle Entrate o dell’Inps ad esempio. Questi accertamenti in sostanza varranno come le vecchie cartelle. Sono aboliti così gli step intermedi, quei passaggi burocratici in cui non di rado è intervenuta finora la prescrizione del debito o qualche difetto di notifica, ovvero situazioni che permettono al contribuente di sfuggire ai suoi obblighi.
Ecco allora che, onde assicurare una maggior rapidità nel recupero dei crediti fiscali, l’Esecutivo si sta muovendo verso il varo dell’accertamento esecutivo, così come disposto dalla bozza dell’art. 18 della delega fiscale.
Allungamento dei termini di prescrizione debiti fiscali nella riforma
Altra novità che va a diretto vantaggio dell’ente creditore e a svantaggio del contribuente debitore è data dal fatto che i termini di prescrizione dei debiti fiscali saranno allungati, al fine di favorire l’azione di recupero e si mirerà ad accrescere la collaborazione con gli intermediari finanziari. Questo consentirà di semplificare e automatizzare gli iter di pignoramento dei rapporti finanziari dei contribuenti finiti nel mirino del Fisco.
Finalità ultima dell’azione del Governo è ridurre l’immane ammontare dei crediti non ancora saldati nei confronti del Fisco. Parliamo di più di 1.150 miliardi di euro alla fine dello scorso anno.
Sono i numeri a spiegare nitidamente il perché della riforma fiscale all’orizzonte. Al momento ci sono ancora 174 milioni di cartelle da pagare da parte di circa 20 milioni di contribuenti: cifre che ben giustificano la volontà di revisionare le procedure di recupero rendendole più rapide. Ma a ben vedere, sul piano fiscale, già alcuni passi significativi sono stati compiuti dall’ultima legge di Bilancio, che ha lanciato la tregua fiscale.