Il comodato d’uso permette di acquisire il diritto di godimento su una casa, in maniera gratuita. Chi può stipularlo?
Uno dei contratti più utilizzati nell’ambito della regolamentazione degli immobili è il comodato d’uso gratuito.
Consiste in un accordo per mezzo del quale il proprietario (cd. comodante) mette a disposizione di un parente o di un conoscente (cd. comodatario) un immobile o un bene mobile, senza ricevere, in cambio un compenso.
L’esempio più frequente è quello dei genitori che cedono un loro appartamento in comodato d’uso ai figli. In tal modo, infatti, non saranno tenuti al pagamento del canone di affitto. Analizziamo, dunque, la disciplina di tale istituto e scopriamone tutti i vantaggi.
Comodato d’uso: quali sono i benefici?
L’art. 1803 del Codice Civile stabilisce che il comodato è, di norma, gratuito; al massimo, il comodante può chiedere una somma simbolica e, in ogni caso, minore del prezzo di mercato.
La legge non prevede la necessità di registrare il contratto. È, tuttavia, opportuno stilarlo in forma scritta e comunicarlo all’Agenzia delle Entrate, entro 20 giorni dalla stipula. In tal caso, le parti sono tenute al pagamento dell’imposta di registro di 200 euro.
È bene sottolineare, inoltre, che il contratto può essere temporaneo o a tempo indeterminato. Nella prima ipotesi, il comodatario ha l’obbligo di restituire il bene al termine della durata stabilita. In alternativa, si può rinnovare, pagando nuovamente l’imposta di registro.
Il comodato a tempo indeterminato, invece, è detto “precario”, perché il comodante può chiedere la restituzione del bene in qualsiasi momento, senza la necessità di preavviso. In tal caso, però, l’imposta di registro va pagata una sola volta.
Leggi anche il seguente articolo: “Comodato d’uso casa familiare: il modo per risparmiare le tasse, la verità che pochi conoscono“.
I vantaggi sul pagamento dell’IMU
Un Lettore ci ha inviato il seguente quesito:
“Buongiorno, mio zio sta per fare un comodato d’uso gratuito tra me e i miei 2 fratelli (siamo 3 nipoti). È legale tale operazione? A noi non interessa lo sconto sull’IMU, ma solo essere in regola per vivere in quella casa, visto che non paghiamo l’affitto. Grazie.”
Poiché il nostro Lettore ha accennato alle agevolazioni relative all’IMU, chiariamo, innanzitutto, un aspetto importante. Il contratto di comodato d’uso è molto diffuso proprio perché consente di ottenere uno sconto sull’Imposta Municipale Unica.
L’obbligo di pagamento grava sul comodante, ossia il proprietario dell’immobile. Il comodatario, infatti, è titolare solo di un diritto di godimento (e non di proprietà) e, dunque, non ha l’onere di versare l’IMU. Deve, invece, pagare la TARI, la tassa sui rifiuti.
Per approfondire il tema, consulta anche il seguente articolo: “Comodato d’uso gratuito su unico immobile di proprietà: si paga l’IMU? La risposta che non ti aspetti“.
Le agevolazioni economiche legate al comodato d’uso sono state introdotte dalla Legge di Bilancio 2019. Nel dettaglio, la normativa prevede che al proprietario spetta un taglio del 50% sull’IMU, se sussistono le seguenti condizioni:
- l’immobile non è di lusso, cioè non appartiene alle categorie catastali A1, A8, A9;
- il comodatario è un parente in linea diretta entro il primo grado (ad esempio, genitori e figli);
- l’immobile in oggetto è abitazione principale del comodatario;
- il comodante risiede nel Comune in cui si trova l’immobile in comodato;
- in contratto è stato stilato in forma scritta e registrato all’Agenzia delle Entrate.
Si può stipulare un contratto di comodato d’uso con i nipoti?
Per rispondere al dubbio sollevato dal nostro Lettore, sottolineiamo che è assolutamente lecito, alla luce di quanto finora affermato, concedere a titolo gratuito il godimento di un bene immobile ad un parente. Per essere in regola (e, dunque, spostare la residenza presso la casa oggetto di comodato), tuttavia, bisogna redigere per iscritto il contratto e registrarlo presso l’Agenzia delle Entrate.
È, quindi, sufficiente tale semplice operazione per poter vivere tranquillamente all’interno dell’abitazione, pur non pagando l’affitto.
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