Mutuo e contratto a tempo determinato non sono incompatibili. Vediamo a quali condizioni è possibile comunque ottenerlo.
E’ ben noto che le banche vogliano delle garanzie prima di dare il proprio consenso ad una richiesta di mutuo ipotecario, da parte di un privato che non può comprare un’abitazione versando subito l’intero prezzo.
Pensiamo all’eventualità di un garante ma pensiamo anche alla tipologia di contratto di lavoro del potenziale mutuatario: gli istituti di credito apprezzano particolarmente la condizione di chi lavora alle dipendenze con contratto a tempo indeterminato, perché in questo caso il mutuatario potrà agevolmente garantire un patrimonio e un reddito fisso per coprire la voce di spesa della rata mensile del mutuo.
Il punto è però il seguente: è possibile ottenere un mutuo anche con contratto a tempo determinato? E se sì, come? Di seguito lo scopriremo, affrontando la questione nel corso dell’articolo. I dettagli.
E’ possibile il mutuo con contratto a tempo determinato?
Rispondiamo subito alla prima domanda: in Italia è possibile ottenere un mutuo anche non avendo un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Non sussistono infatti norme di legge o divieti che lo impediscano, anche perché il mutuo è frutto di un accordo libero e discrezionale di due parti ‘private’, quali la banca e il cittadino che chiede il finanziamento.
Pertanto, almeno astrattamente, anche i lavoratori precari o atipici hanno la possibilità di conseguire il finanziamento dalla banca per comprare la prima casa per sé e per la propria famiglia.
E questo ben si comprende anche dal punto di vista dei diritti individuali. Anche i lavoratori precari hanno il legittimo desiderio di intraprendere una convivenza stabile, acquistare una casa, mettere su famiglia ed avere dei figli. Ma al fine di fronteggiare le varie spese e scadenze in gioco, a meno che non si abbia già una buona solidità di patrimonio legata al proprio ceto sociale, il più delle volte è necessario affidarsi ad un mutuo, appunto mirato all’acquisto dell’abitazione principale.
Se è vero che il lavoro precario e non stabile è oggi una delle maggiori questioni aperte nel paese, è altrettanto vero che le banche non si oppongono a priori a chi chiede il mutuo con un contratto di lavoro a termine, ma vi sono più difficoltà. Vediamo in sintesi di che si tratta.
Le condizioni restrittive del mutuo in caso di contratto a tempo determinato
Abbiamo detto che nel nostro paese si può conseguire un mutuo anche se si è lavoratori a tempo determinato. C’è però un problema non da poco, perché – rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato – banche e istituti di credito sono mosse da una ancora maggiore attenzione nel valutare la situazione lavorativa, reddituale e patrimoniale del richiedente.
Chiaro che, al fine di conseguire un mutuo non ci sono alternative diverse: l’interessato deve provare di avere un reddito stabile e sufficiente a coprire le rate del prestito. Pertanto in casi di richiesta di mutuo da parte di chi ha un contratto a tempo determinato, le banche:
- domandano ai lavoratori a tempo determinato di dare adeguata documentazione che acclari una relativa la stabilità del lavoro, come ad es. regolari contratti di lavoro a tempo determinato in corso di svolgimento, anteriori contratti a tempo determinato, garanzie di proroga del contratto nei mesi successivi;
- con tutta probabilità richiedono al potenziale mutuatario una garanzia aggiuntiva, come un garante con un contratto a tempo indeterminato oppure l’ipoteca su un immobile di proprietà dello stesso garante.
Sul piano delle garanzie da dare alla banca, certamente avrà rilievo l’eventuale stipendio del partner lavoratore a tempo indeterminato, oppure la fideiussione rilasciata da un genitore, ad esempio. Ancora, non di rado le banche impongono anche la sottoscrizione di una polizza assicurativa a copertura del rischio di perdita del lavoro per scadenza del contratto a termine o mancato rinnovo. La spesa ovviamente grava sul richiedente il finanziamento.
La banca terrà in adeguato conto anche il merito creditizio, e rileverà dunque l’assenza di protesti bancari o cambiari e di segnalazioni Crif come cattivo pagatore.
Conclusioni
Non di rado la decisione della banca rispetto al mutuo sarà negativa, tranne quelle circostanze in cui il periodo di restituzione del finanziamento concesso è limitato ad un periodo molto più breve rispetto a quello dei mutui ordinari (ad esempio: 5 o 10 anni al massimo, invece che 20 o 30). Ma a ciò corrisponderà un innalzamento dell’ammontare della rata periodica, oppure la riduzione della somma mutuata per l’acquisto casa.
Infine, prima di mettere la firma su un contratto di mutuo, va da sé che sarà un fondamentale gesto di cautela valutare attentamente tutte le condizioni del mutuo proposte dall’istituto di credito e controllare se è davvero possibile conseguire un prestito con le proprie condizioni lavorative. In ogni caso le offerte di mutuo presenti sul mercato sono innumerevoli, perciò l’interessato potrà facilmente verificare – in primis sui siti web delle banche – quali clausole sono in gioco e quali effettive probabilità ci sono di ottenere il finanziamento per coprire la spesa di acquisto dell’abitazione.