Gli incentivi per le caldaie sono a rischio nel 2024, i contribuenti devono sapere a cosa potrebbero dover rinunciare il prossimo anno.
La Direttiva UE Case Green stravolge gli incentivi vietando le agevolazioni fiscali per l’installazione di caldaie e pompe di calore. Facciamo chiarezza.
I negoziati tra gli Stati membri dell’Unione Europea sono partiti. L’obiettivo è adottare la Direttiva UE sulle case green entro il 2023. L’Italia trema davanti alla possibilità della svolta verde. “Gli obiettivi temporali, specie per gli edifici residenziali esistenti, sono ad oggi non raggiungibili per il nostro Paese” ha affermato il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Il piano è di pretendere
- la classe energetica E entro il 2030 per gli edifici residenziali privati e la classe D entro il 2033 per arrivare al 2050 con zero emissioni,
- classe E al 2017 e D al 2030 per gli edifici non residenziali e pubblici,
- emissioni zero dal 2028 per i nuovi edifici,
- emissioni zero dal 2026 per i nuovi edifici pubblici.
Non è una barzelletta anche se a noi italiani viene da ridere. Chi pagherà i lavori? Con il Superbonus al 90%, la cessione del credito e lo sconto in fattura bloccati e il costo della vita alle stelle le famiglie non possono permettersi alcuna svolta green. Ma approfondiamo la questione degli incentivi per le caldaie.
Incentivi per le caldaie, cosa rimarrà nel 2024
Se la Direttiva venisse approvata gli incentivi per l’installazione delle caldaie sarebbero utilizzabili unicamente per gli apparecchi ad energia pulita. Significherebbe vedere un meteorite schiantarsi sull’Ecobonus ma anche sul Superbonus.
Ad oggi, infatti, i cittadini possono approfittare dell’Ecobonus ordinario con detrazione al 65% per sostituire gli impianti di climatizzazione invernale esistenti
- con impianti centralizzati per il riscaldamento, raffrescamento e fornitura di acqua calda sanitaria sulle parti comuni degli edifici,
- con impianti per il riscaldamento, raffrescamento, fornitura di acqua calda sanitaria sugli edifici unifamiliari o unità immobiliari interne ad edifici plurifamiliari con ingresso indipendente dall’esterno.
La detrazione è ammissibile con le caldaie
- generatori di calore a condensazione, classe A minimo,
- pompe di calore ad alta efficienza anche con sonde geotermiche,
- apparecchi ibridi con pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, assemblati in fabbrica e concepiti dal fabbricante per funzionare in abbinamento,
- collettori solari,
- sistemi di microcogenerazione con risparmio energetico primario del 20% minimo.
Cosa rimarrà ad anno nuovo
Se e solo se la Direttiva dovesse essere approvata in via definitiva anche dal Consiglio UE e dalla Commissione, con l’attuale testo nel 2024 rimarrebbe unicamente la possibilità di richiedere gli incentivi per i collettori solari. Via ogni impianto alimentato con combustibili fossili, via apparecchi ibridi, addio sistemi di microgenerazione, anche se di classe A non sarebbe accettata alcuna detrazione.
E non dimentichiamo che l’obiettivo finale sarebbe “zero emissioni” entro il 2050. Sembrerebbe, ad oggi, un piano utopistico per l’Italia ma con qualche accorgimento alla Direttiva e aiuti economici UE forse qualche passo in direzione “green” potrebbe essere compiuto.