La pensione casalinghe permette a uomini e donne che si occupano della casa e delle famiglia in via esclusiva di ottenere un assegno previdenziale.
Approfondiamo le caratteristiche della pensione dedicata a casalinghe e casalinghi, dall’importo ai requisiti fino alla maturazione dei contributi.
Lavorare e occuparsi della famiglia non è semplice soprattutto se il nucleo è numeroso. In Italia ci sono più di 7 milioni di persone che per scelta o necessità si dedicano esclusivamente alla casa. I fattori che influenzano questo elevato numero sono diversi. Motivazioni economiche, sociali, culturali che si dimostrano maggiori soprattutto nel sud della nazione. Sebbene siamo nel 2023, esistono ancora molti impedimenti alla vera emancipazione delle donne e alla possibilità di conciliare senza conseguenze carriera e vita all’interno delle mura domestiche.
La madri ricevono ben pochi aiuti dallo Stato per poter dedicarsi sia ai figli che al lavoro. Ma non dimentichiamo che ci sono anche molti casalinghi uomini, circa 100 mila e sono in costante aumento. Indipendentemente dal sesso, il lavoro in casa è altrettanto impegnativo rispetto al lavoro fuori casa ma con una grande differenza, non è retribuito. Significa che il riposo non arriverà mai e che non si percepirà mai una pensione a meno che non si aderisca al Fondo pensione casalinghe INPS.Â
La pensione per le casalinghe, come funziona
Uomini e donne che si dedicano in via esclusiva alla cura della casa e della famiglia non ricevendo retribuzione possono ottenere un contributo economico da parte dell’INPS. Condizione necessaria è iscriversi al Fondo casalinghe in modo tale da iniziare a versare mensilmente i contributi.
La pensione si riceverà avendo maturato un certo numero di contribuzione versando anche importi minimi come 10 euro al mese. L’unica alternativa alla pensione casalinghe non versando contributi rimarrebbe l’assegno sociale (503,27 euro al mese più la tredicesima). Iscrivendosi al Fondo, invece, si avrà diritto alla pensione di vecchiaia o alla pensione di inabilità .
L’importo da versare è libero ma occorre tener conto che l’INPS calcolerà un mese di contribuzione versando 25,82 euro al mese. Con importi minori l’accredito contributivo sarà inferiore. Di conseguenza, è consigliabile stimare almeno i 25,83 euro come versamento mensile. Procediamo con qualche esempio.
Primo esempio
Ipotizziamo un versamento in un anno di 1.200 di contribuzione. Dividendo 1.200 per 25,82 si ottiene come risultato 46,47. L’INPS non può accreditare 46 mesi ma ne accrediterà 12, il massimo. Sta di fatto che avendo versato somme ben superiori a 25,82 euro al mese l’importo della pensione sarà molto più alto.
Secondo esempio
Il versamento annuale dei contributi è di 250 euro. Dividendo tale cifra per 25,82 si ottiene 9,68. Significa che i mesi accreditati dall’INPS non saranno 12 bensì 9,7.Â
Calcoliamo l’assegno pensionistico
Dopo aver capito come l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale conteggia i contributi, passiamo a scoprire quanto potrà valere la pensione per casalinghe. Occorre sapere che il sistema di calcolo utilizzato sarà quello contributivo puro. Di conseguenza occorrerà considerare
- il montante contributivo (la somma dei contributi versati nel Fondo pensione casalinghe),
- il coefficiente di trasformazione (una percentuale che varia in base all’età del richiedente e che viene applicata al montante contributivo.
Più contributi si saranno maturati e più alta sarà l’età del pensionamento maggiore sarà l’importo dell’assegno pensionistico.
I coefficienti di trasformazione
I coefficienti vengono aggiornati annualmente. Per il 2023 sono
- 4,304% per 57 anni,
- 4,416% per 58 anni,
- 4,535% per 59 anni,
- 4,661% per 60 anni,
- 4,796% per 61 anni,
- 4,940% per 62 anni,
- 5.094% per 63 anni,
- 5,259% per 64 anni,
- 5,435% per 65 anni.
Esempi di calcolo della pensione casalinghe
Un primo esempio ipotizza una casalinga di 60 anni che ha versato 32 mila euro di contributi negli anni. Abbiamo, dunque, un montante contributivo di 32 mila euro su cui applicare il coefficiente di trasformazione di 4,661%. La pensione annuale sarà pari a 1.491,52 euro ossia 124,29 euro al mese.
Un secondo esempio vede un accumulo di 40 mila euro e un’età di 65 anni. Applicando il coefficiente del 5,435% si otterrà 1.864,4 euro all’anno ossia 155,36 euro al mese.
Dove sta la convenienza della pensione per casalinghe?
La domanda è se vale la pena versare i contributi nel Fondo pensione casalinghe per ottenere, poi, un’entrata mensile aggiuntiva, per esempio, di 150 euro circa con un montante di 40 mila euro. Meglio l’assegno sociale, dall’importo più elevato e completo di tredicesima. Si sarebbero risparmiati versamenti per 40 mila euro negli anni e si riceverebbero più di 500 euro al mese rientrando tra i beneficiari dell’assegno sociale.
La decisione finale, dunque, sta nel capire se al momento del pensionamento si avrà diritto a questo trattamento. Non avendo dubbi si potrebbe decidere di preferirlo alla pensione casalinghe.
Requisiti di accesso all’assegno sociale
L’assegno si ottiene
- al raggiungimento dei 67 anni,
- con residenza continuativa in Italia per almeno dieci anni,
- con un reddito personale inferiore a 6.542,51 euro e un reddito coniugale inferiore a 13.085,02 euro (il limite varia ogni anno),
- non avendo mai lavorato oppure non avendo diritto alla pensione derivante da contributi.