Recentemente Federconsumatori ha ottenuto una vittoria su Poste Italiane per il rimborso di Buoni postali prescritti. Ecco cosa è successo.
I Buoni fruttiferi postali sono nelle case degli italiani ormai da moltissimi anni.
Scelti da molti italiani come strumento di risparmio perché di facile gestione, per l’assenza di costi di apertura e rimborso, tranne gli oneri fiscali, emessi da cassa depositi e prestiti e distribuiti da Poste Italiane. Ma soprattutto perché garantiti dallo Stato al 100%. Con questa espressione si intende che alla scadenza il capitale investito sarà di nuovo nelle mani del titolare del Buono. Stessa cosa anche per gli interessi.
Rimborso Buoni postali: occhio alla scadenza ma soprattutto alla prescrizione
Però bisogna fare attenzione alla scadenza e alla prescrizione; dati che dovrebbero essere indicati sul Buono stesso. Infatti, spesso capita che la scadenza non è indicata; in questo caso, il rischio è che il sottoscrittore perda sia il capitale sia gli interessi perché il titolo è ormai prescritto.
Nell’ultimo anno sono molti i risparmiatori che hanno sottoscritto Buoni fruttiferi postali ma che non hanno ricevuto il rimborso alla scadenza del titolo. Il motivo da parte di Poste Italiane era che il Buono postale sottoscritto era ormai prescritto. Di contro, molti titolari di Buoni postali hanno dichiarato che non esisteva una data sul titolo e che le informazioni avute durante la sottoscrizione erano poco chiare.
Ed è proprio per evitare questo che le associazioni dei consumatori aiutano tanti italiani che si trovano con Buoni postali prescritti di cui non posso più ottenere il rimborso.
Ma non solo scadenza e prescrizione. I sottoscrittori devono fare attenzione anche alla serie indicata sul Buono. Infatti, soprattutto per quelli emessi in passato, nel tempo Poste Italiane ha modificato o riunito più serie insieme cambiando la scadenza. In questo modo, è cambiata anche la data di prescrizione.
Questo è accaduto anche a una risparmiatrice di Orbetello, in provincia di Grosseto. In sua difesa è scesa in campo Federconsumatori che ha ottenuto una splendida vittoria su Poste Italiane.
La vittoria di una risparmiatrice su Poste Italiane
Ecco il fatto. Nel 2001 una signora di Orbetello avevo sottoscritto ben due Buoni fruttiferi postali (Serie AF) investendo 500mila lire. L’importo sarebbe raddoppiato dopo 9 anni e triplicato dopo 15 anni.
Quanto la risparmiatrice si è recata nell’ufficio postale per chiedere il rimborso, Poste Italiane si è rifiutato perché li aveva considerati ormai prescritti. La motivazione: i titoli sottoscritti 22 anni fa erano stati ‘riuniti’ a una serie sostitutiva con scadenza a 7 anni.
La signora per ottenere giustizia si è rivolta a Federconsumatori. I legali della signora, le avvocatesse Francesca Rosini ed Emanuela Raponi, hanno dimostrato che sul retro dei Buoni postali era barrata l’indicazione della Serie AF (e il relativo rendimento) ma non era presente la nuova dicitura: Serie AA2. Il retro del Buono non riportava neanche il nuovo rendimento e nemmeno il timbro dell’Ufficio postale.
In conclusione, poiché sui Buoni erano riportati i rendimenti e l’indicazione delle Serie AF, anche se barrata con il segno di una penna, le condizioni economiche da applicare erano quelle originarie. Il giudice di pace del tribunale di Grosseto ha confermato quanto dichiarato dalle avvocatesse. Quindi, ha sollecitato Poste Italiane a rimborsare i Buoni postali per 2.500 euro come previsto, oltre all’indennizzo delle spese.