Congedo straordinario disabili Legge 151 di 2 anni retribuito: da chiedere in fretta

Il congedo straordinario Legge 151 consente al lavoratore di assentarsi fino a due anni dal lavoro per occuparsi di una persona con handicap grave. 

Permessi 104 e congedo straordinario Legge 151 sono benefici per i soggetti con disabilità e per i caregiver.

congedo straordinario Legge 151
InformazioneOggi.it

La domanda di una lettrice apre le porte su un’agevolazione prevista dalla normativa che interessa molti cittadini. “Buongiorno, mia sorella è invalida al 100% ma attualmente lavora in smartworking. Potrei io chiedere i due anni di congedo straordinario (Legge 151) o la 104?”.

L’assenza dal posto di lavoro per due anni consecutivi è concessa ai familiari che assistono una persona con handicap grave con la Legge 151. In più ricordiamo che i caregiver possono approfittare dei tre giorni di permesso mensili, sempre retribuiti, per dedicarsi alla cura del disabile. Si tratta di benefici volti a migliorare la qualità della vita di chi presenta una minorazione psichica, fisica o sensoriale che crea emarginazione o disagio sociale. La questione portata alla luce della lettrice, poi, aggiunge un ulteriore aspetto da approfondire. La possibilità di approfittare delle agevolazioni anche se il disabile lavora da casa. Vagliamo punto per punto per cercare di rispondere in modo esaustivo.

Cos’è la Legge 151 sul congedo straordinario

Il Dlgs 151/2001 ha introdotto un particolare congedo straordinario disabili a beneficio dei dipendenti che hanno un familiare con handicap grave da assistere. L’agevolazione consente di assentarsi dal posto di lavoro fino a due anni, periodo indennizzato sulla base della retribuzione dell’ultimo mese di lavoro. La decorrenza è immediata, scatta alla data di presentazione della domanda. Ma chi può richiedere il beneficio?

Requisiti di accesso al diritto

Le condizioni necessarie sono

  • essere lavoratori dipendenti anche part time,
  • la disabilità grave (articolo tre, comma tre, della Legge 104),
  • la mancanza di ricovero a tempo pieno in strutture ospedaliere pubbliche o private con assistenza sanitaria continuativa.

Ordine di priorità per il congedo straordinario

La richiesta del congedo straordinario è legata ad uno specifico ordine di priorità ossia

  • coniuge, parte dell’unione civile o convivente,
  • genitori – anche adottivi o affidatari – conviventi qualora manchi il coniuge,
  • figli conviventi qualora i soggetti ai punti precedenti siano mancanti, deceduti o invalidi,
  • fratelli e sorelle conviventi qualora i soggetti ai punti precedenti siano mancanti, deceduti o invalidi,
  • parenti e affini entro il 3° grado conviventi qualora i soggetti ai punti precedenti siano mancanti, deceduti o invalidi.

Requisito della convivenza

Per poter richiedere il congedo è necessario che chi assiste e assistito convivano. La convivenza può iniziare anche dopo l’inoltro della domanda ma entro il primo giorno di assenza dal luogo di lavoro. Inoltre, dovrà durare per l’intera durata del congedo straordinario.

Solo in tre casi non vige l’obbligo di convivenza

  • se caregiver e assistito abitano nello stesso palazzo ma in appartamenti differenti,
  • se si tratta di genitori che assistono un figlio disabile,
  • chiedendo la residenza temporanea.

Lavoratori a cui non spetta il congedo straordinario

Non possono richiedere il congedo

  • gli addetti ai servizi domestici e familiari,
  • gli agricoli giornalieri,
  • i parasubordinati,
  • gli autonomi,
  • i lavoratori a domicilio,
  • i dipendenti in pausa di sospensione contrattuale per i part time verticali,
  • se si usufruisce nelle stesse giornate del permessi 104.

Notiamo come in nessun caso sia indicato come motivo di impossibilità di richiesta del congedo il lavoro in smartworking del disabile.

Permessi 104 e smartworking

I permessi di tre giorni al mese possono essere richiesti sia dal lavoratore disabile che dal caregiver e sono fruibili anche ad ore. Durante la pandemia sono state introdotte agevolazioni per garantire il lavoro da casa alle persone con handicap per evitare problematiche di salute dovendo recarsi sul posto di lavoro. Ora lo smartworking per i lavoratori fragili è stato prorogato fino al 30 giugno solo soddisfacendo specifiche condizioni cliniche croniche (grave compromissione del sistema immunitario, scompenso cardiaco, ictus, diabete mellito, obesità, epatite cronica).

La sorella della lettrice, disabile al 100%, lavora in smartworking. Il dubbio, dunque, riguarda la possibilità di fare ugualmente domanda dei permessi 104. Il permesso serve per poter assistere il familiare con invalidità grave. Per accompagnarlo ad una visita medica, per fargli la spesa, pagare le bollette, assisterlo nello svolgimento delle quotidiane attività.

Conclusione

Se la richiesta del permesso 104, dunque, nasce da un’esigenza di prendersi cura della sorella (nel caso della nostra lettrice) il lavoro in smartworking non dovrebbe influire sul diritto al beneficio. D’altronde anche il disabile stesso in smartworking ha diritto – secondo la normativa vigente – a far domanda dei permessi 104 per sé stesso. Si suppone che valga la stessa indicazione anche per i caregiver.

Ricordiamo che, a differenza del congedo straordinario, non vige l’obbligo di convivenza e che per lo stesso disabile possono usufruire dei permessi anche più caregiver (sempre nella misura di tre giorni al mese).

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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