Riforma pensioni in dirittura d’arrivo? Scopriamo cosa hanno deciso e se ci sarà un’ennesima delusione

I lavoratori sono in attesa della Riforma delle pensioni da più di un anno. Nel 2023 dovrebbe arrivare la svolta ma sarà realmente così?

La Riforma delle pensioni ci sarà – questa la bella notizia – ma probabilmente tarderà ad arrivare – questa la brutta notizia.

Riforma pensioni INPS
Riforma pensioni INPS (InformazioneOggi)

Vi ricordate quando nel 2021/2022 si parlava di Riforma delle pensioni? Poi è scoppiata una guerra in Ucraina, il Governo è cambiato e il sistema pensionistico è diventato uno degli ultimi problemi da affrontare. Ora che gli equilibri si stanno faticosamente raggiungendo, è il momento di riprendere la questione che sta a cuore a tanti lavoratori. La speranza è che l’esecutivo proponga scivoli strutturali vantaggiosi per gli italiani.

Al lavoro una nuova task force che dovrà fornire al Governo Meloni elementi precisi in vista della prossima riforma. Il Ministro del Lavoro Marina Calderone ha nominato l’Osservatorio che si occuperà di migliorare – così si spera – il sistema pensionistico italiano.

Riforma delle pensioni, come sarà il post Quota 103

La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto Quota 103 nel panorama pensionistico italiano. La misura consente di andare in pensione a 62 anni di età con 41 anni di contributi, una platea ristretta di destinatari. Lo scivolo scadrà il 31 dicembre 2023, cosa accadrà dopo?

Una prima ipotesi è che Quota 103 verrà prorogata dato che i tempi per costituire la vera riforma saranno più lunghi del previsto. Gli aspetti da considerare per creare uno o più scivoli adatti alla nostra nazione sono molteplici. L’arduo compito spetterà all’Osservatorio, una task force di 14 membri più un presidente.

I compiti dell’Osservatorio

L’Osservatorio dovrà raccogliere gli elementi per poter ideare una revisione sostenibile. L’obiettivo è

  • capire se è possibile mettere in atto una riforma dei pensionamenti anticipati (l’idea è di estendere Quota 41 a tutti),
  • individuare gli interventi volti al rafforzamento del secondo pilastro previdenziale per rilanciare la previdenza complementare.
  • ragionare sulla separazione tra spesa assistenziale e previdenziale.

L’ultimo punto risulta particolarmente importante dato che la componente assistenziale ha un forte impatto sulla spesa pensionistica dell’Italia. L’INPS ha stimato come il 46,5% delle pensioni liquidate nel 2022 sia di tipo assistenziale (il 22,8% del totale dei trattamenti erogati). Significa che 24,4 miliardi di euro servono per assistere chi vive in condizioni di disagio. Separare tale cifra dalla spesa previdenziale dovrebbe aiutare l’Italia. Si tratta, però, di un atto fattibile? Spetta all’Osservatorio capirlo.

La brutta notizia sui tempi della Riforma

Quanto tempo impiegherà l’Osservatorio a trovare gli elementi necessari per la definizione della Riforma delle Pensioni? La risposta è che probabilmente ci metterà più del previsto.

Il lavoro, come detto, è arduo e richiederà lunghi tempi di attesa per i lavoratori. La pazienza dovrà, dunque, far compagnia ancora per molti mesi agli italiani sperando che alla fine tanta accondiscendenza verrà ripagata con una riforma che garantisca maggiore flessibilità in uscita rimanendo sostenibile per i conti pubblici. Ribadiamo, dunque, come l’ipotesi che Quota 103 rimarrà per un altro anno sia tutt’altro che irreale.

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