La pensione per precoci è dedicata ai lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima di spegnere 19 candeline.
Tra le pensioni anticipate troviamo lo scivolo per i precoci ma solamente soddisfacendo specifiche condizioni.
I lavoratori italiani hanno diversi scivoli a disposizione tra cui scegliere il più idoneo per lasciare il mondo del lavoro. Ogni formula richiede la soddisfazione di requisiti anagrafici e/o contributivi più altre condizioni da rispettare. La strada più semplice rivolta a tutti i cittadini è la pensione di vecchiaia. Consente il pensionamento a 67 anni di età con 20 anni di contributi maturati. Poi ci sono gli scivoli di pensionamento anticipato come Opzione Donna (60 anni di età e 35 anni di contributi), l‘APE Sociale (63 anni di età e 30/36 anni di contributi) oppure la pensione anticipata ordinaria (41 anni e dieci mesi di contributi se donne e 42 anni e dieci mesi se uomini).
Nel 2023 è stata introdotta Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi) e probabilmente verrà prorogata anche nel 2024 non dovesse arrivare per tempo la Riforma delle Pensioni tanto attesa. Tra le opzioni, infine, citiamo la pensione per precoci rivolta a chi ha iniziato a lavorare prima dei 19 anni.
Pensione per precoci, chi sono i destinatari
L’accesso alla pensione per precoci è concesso ai lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria e alle forme sostitutive ed esclusive. Condizione necessaria è aver maturato almeno un anno di contribuzione prima del compimento dei 19 anni.
Inoltre, i richiedenti dovranno essere lavoratori
- dipendenti in stato di disoccupazione a causa delle cessazione del rapporto di lavoro (per licenziamento, dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale) che non percepiscono la disoccupazione da almeno tre mesi,
- autonomi e dipendenti caregiver da almeno sei mesi. La persona disabile assistita dovrà avere accertata la situazione di gravità,
- dipendenti e autonomi con riduzione della capacità lavorativa di almeno il 74% accertata da una commissione competente,
- addetti a lavori usuranti o che da almeno sei anni svolgono continuativamente un’attività gravosa come
– conciatori di pelli e pellicce,
– conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante,
– insegnanti della scuola dell’infanzia o negli asili nido,
– facchini, addetti allo spostamento delle merci,
– addetti all’assistenza personale di persone non autosufficienti,
– personale delle professioni sanitarie,
– personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia,
– operatori ecologici,
– operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e manutenzione degli edifici,
– conduttori di gru o macchinari mobili per la perforazione.
Requisiti per il pensionamento
Un lettore chiede “Ho 61 anni e 34 di contributi con undici mesi di lavoro precoce. Faccio un lavoro usurante, quando posso andare in pensione“. La pensione per precoci richiede
- dodici mesi minimo di lavoro prima dei 19 anni,
- 41 anni di contribuzione.
Significa che il nostro lettore non potrà accedere a questo scivolo pensionistico perché non soddisfa i requisiti richiesti dalla normativa italiana. L’INPS, però, propone un’altra formula pensionistica dedicata ai lavoratori che svolgono mansioni definite usuranti (clicca qui per maggiori informazioni).
Come inoltrare domanda di pensionamento
Se il lavoratore soddisfa i requisiti necessari per accedere alla pensione per precoci dovrà inoltrare domanda dimostrando di poter essere definito “precoce” e di aver maturato i contributi previsti dalla normativa.
La presentazione della richiesta potrà avvenire
- online accedendo al servizio INPS dopo aver effettuato il login tramite credenziali digitali ossia SPID, Carta di Identità Elettronica o Carta Nazionale dei Servizi,
- chiamando il Contact Center al numero 803 164 da fisso o 06 164 164 da mobile (il primo è gratuito, il secondo a pagamento secondo il piano tariffario dell’utente),
- avvalendosi dell’aiuto di CAF e dei patronati.
Attenzione all’incompatibilità con il lavoro
Una puntualizzazione importante per i lavoratori che intendono andare in pensione sfruttando l’anno di lavoro effettuato prima dei diciannove anni. Accedendo alla pensione per precoci non sarà possibile svolgere il lavoro subordinato oppure autonomo fino al raggiungimento dei requisiti ordinari della pensione anticipata. Pena la restituzione dei ratei pensionistici percepiti. Questo, come detto, per un anno e dieci mesi (raggiungendo così 42 anni e dieci mesi di contribuzione). Una volta accumulata l’anzianità contributiva – virtuale – sarà possibile riacquisire la piena cumulabilità della pensione con redditi da lavoro dipendente o autonomo (Decreto Legge 112/2008, articolo 19).
Inoltre, non si potranno ottenere altre tipologie di maggiorazioni solitamente previste per i lavoratori precoci.
Sistema di calcolo della pensione per precoci
La pensione per precoci si calcola con sistema misto tenendo conto dei contributi maturati prima e dopo il 1996. Nello specifico occorrerà conteggiare con sistema retributivo i contributi versati entro il 31 dicembre 1995 e con sistema contributivo quelli maturati a partire dal 1° gennaio 1996.
Concludiamo con un esempio. Un lavoratore che va in pensione a 60 anni con una retribuzione di 30 mila euro lordi all’anno prenderà all’incirca 1.300 euro netti al mese. Attendendo qualche anno l’importo aumenterà mentre anticipando l’uscita la cifra diminuirà (a causa del coefficiente di trasformazione).