Buoni postali, scadenza non significa prescrizione: arrivano i rimborsi

I Buoni fruttiferi postali sono tra i prodotti di risparmio più amati dagli italiani per l’assenza dei costi di gestione.

Sottoscrivere un Buono postale è molto semplice. Infatti, basta recarsi a un ufficio postale oppure collegarsi sul sito di Poste Italiane. Altra possibilità è la sottoscrizione tramite l’APP BancoPosta.

buoni postali
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Bisogna fare però attenzione alla scadenza. I Buoni più “traditori” sono quelli cartacei, mentre i dematerializzati una volta raggiunta la data di scadenza sono erogati in automatico sul conto corrente. A questo punto è bene ricordare che scadenza non vuol dire prescrizione. Infatti, la prima si riferisce alla data successiva in cui il Buono postale diventa infruttifero, ossia non maturano più gli interessi. Dal momento della scadenza il sottoscrittore ha tempo fino a 10 anni per ritirare capitale e interessi. Superato anche questo periodo di tempo il Buono va in prescrizione e il rimborso non sarà più possibile. Insomma, si perderanno i soldi.

Buoni postali prescritti: vittoria per i risparmiatori che ottengono il rimborso

È vero i Buoni fruttiferi postali sono famosi perché sono garantiti al 100%. Con questa espressione si intende che Poste Italiane, in realtà Cassa depositi e prestiti (la società statale che eroga questi e altri prodotti di risparmio) restituirà tutto il capitale sottoscritto insieme agli interessi maturati ma solo se si rispettano i termini di scadenza e poi di prescrizione.

A volte, però, capita che nonostante le buone intenzioni i Buoni cadano in prescrizione diciamo così “a sorpresa”. Succede soprattutto con in Buoni postali più vecchi perché magari le serie sono state accorpate e, di conseguenza, la data di scadenza modificata. Oppure, il sottoscrittore che ha ereditato un Buono postale potrebbe scoprire al momento del rimborso che il proprio Buono è andato in prescrizione per assenza del Foglio informativo analitico.

Ed è proprio questo il caso che ultimamente ha reso felici due risparmiatori di Parma. A novembre 2021 una madre e un figlio hanno ereditato 4 Buoni postali “Serie 18P” con durata 18 mesi dalla data di sottoscrizione avvenuta il 2006. Il valore complessivo è più di 15mila euro. Mamma e figlio si sono presentati alla filiale di Poste italiane per richiedere il rimborso. Poste si è rifiutata perché oramai i Buoni erano prescritti. Però non essendoci il Foglio informativo si sono rivolti alla Confconsumatori che, con l’aiuto dell’avvocato Grazia Ferdenzi, hanno presentato ricorso al Tribunale di Parma.

Il tribunale, dopo aver verificato l’effettiva mancanza di questo importante documento che contiene le principali informazioni sui Buoni sottoscritti compreso anche la scadenza, ha dato ragione ai risparmiatori. È dal 2000 che un decreto ministeriale obbliga la consegna di questo foglio al momento della sottoscrizione e quindi in mancanza il TAR di Parma ha condannato Poste Italiane al pagamento del capitale richiesto.

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