Aumento della richiesta di pensione per i docenti del 28%. Il motivo è incredibile e preoccupante. Scopriamolo insieme.
A un certo punto della carriera di un lavoratore nasce il desiderio di andare in pensione e godersi un meritato riposo.
Però, ci sono alcuni lavoratori che sembra che stiano scappando da un settore particolare: il mondo della scuola. Secondo quanto riporta il quotidiano Repubblica a febbraio 2023 sono stati oltre 30mila i docenti che hanno fatto richiesta di pensione. Una cifra impressionante se si paragona a ottobre 2022 quando le richieste di pensionamento furono solo meno di 25mila. Scopriamo il motivo.
Pensione docenti, aumenti delle richieste: le motivazioni secondo i sindacati
‘Docenti in fuga’ potrebbe essere il titolo di un film in realtà si tratta di un argomento molto serio e preoccupante. I dati raccolti dai sindacati dimostrano che appena ne hanno la possibilità i docenti fanno la domanda per chiedere la pensione.
In pratica, nel 2022 le richieste di pensionamento furono 24.531. Nel 2023, invece, saranno oltre 30mila. E si pensa che nei prossimi mesi le richieste potrebbero anche aumentare.
Quindi, rispetto a ottobre 2022 le richieste di pensionamento sono aumentate del 24%. Sicuramente il lavoro dell’insegnante con il tempo è diventato sempre più impegnativo e usurante. I motivi sono vari e tra questi ci sono: stipendi bassi e burocrazia sempre più complessa. Ma soprattutto genitori aggressivi e studenti non solo aggressivi ma anche molto fragili. Questi ultimi sono tra i motivi più preoccupanti.
Riguardo agli stipendi, quelli degli insegnanti italiani sono tra i più bassi in Europa. Infatti, confrontando i docenti europei, quelli in Germania guadagnano il doppio, mentre in Spagna il 20% in più. Tra l’altro l’Italia ha anche docenti più vecchi: il 17% ha compiuto già 60 anni. I docenti over 60 in Francia sono solo il 7%, mentre in Germania il 13%.
Opzioni per il pensionamento
Dal 1° settembre 2023 i docenti potranno lasciare la scuola in anticipo usufruendo di Quota 103 e quindi al raggiungimento di almeno 62 anni di età e 41 di contributi. Oppure, con Quota 100 che prevede 62 anni di età e 38 di contributi maturati entro il 31 dicembre 2021. Questa ultima opportunità può essere utilizzata da chi ha cristallizzato il diritto alla pensione. Altre opzioni sono l’Ape Sociale e Opzione Donna.
Inoltre, possono usufruire dell’Ape Sociale gli insegnanti di scuola primaria che, come i colleghi di scuola dell’infanzia, rientrano nella categoria dei lavoratori gravosi. In questo caso, i requisiti sono:
- 63 anni di età;
- 36 anni di contributi;
- e per le donne uno sconto sull’età in base al numero di figli, fino a un massimo di due anni.