Il crollo demografico in Italia costituisce uno dei problemi maggiori del paese, con un tasso di natalità tra i più bassi d’Europa e una popolazione sempre più anziana. Secondo il Ministero dell’Economia detassare le famiglie con almeno due figli potrebbe spingere all’inversione del trend negativo.
Il Governo ha manifestato più volte l’intenzione di favorire natalità e genitorialità con iniziative ad hoc, visto il crollo demografico degli ultimi anni e sulla scorta del fatto che il paese sta invecchiando sempre più.
Ecco allora una proposta di cui si sta parlando in questi giorni e che sicuramente farà parlare ancora a lungo: niente tasse a chi fa almeno due figli. L’artefice è il Ministro Giorgetti che riterrebbe la proposta opportuna per rispondere al problema denatalità, che priverebbe l’Italia in futuro di nuovo dinamismo e vitalità.
Se la risposta di alcuni partiti dell’opposizione è puntare alla regolarizzazione dei migranti e a favorirne l’ingresso nel paese, per il ministro dell’Economia la ricetta è dunque diversa. Appunto si tratterebbe di esentare dalla tassazione i nuclei familiari formati da almeno due figli, per rispondere al problema della mancanza di nuovi nati.
Sicuramente si tratta di un incentivo verso quelle coppie che magari vorrebbero fare figli, ma non si trovano al momento nella sicurezza economica idonea a garantire la bontà della scelta. Vediamo allora più da vicino questa possibile novità in campo fiscale.
Zero tasse per chi fa figli? Ecco come funzionerebbe il meccanismo
Chiaramente non si tratta di un azzeramento totale delle tasse, ma piuttosto di un intervento focalizzato su alcune tasse da tagliare per le famiglie che mettono al mondo almeno due figli. Non uno, ma due perché secondo i più recenti studi soltanto con due figli per coppia si potrebbe iniziare ad invertire il trend negativo delle nuove nascite che, anno dopo anno, sta contribuendo a diminuire la popolazione italiana.
Chiaro che scegliere su quali tasse far valere le maxi agevolazioni fiscali non è un’operazione facile, anche se al momento si sta valutando la reintroduzione di una detrazione di 10mila euro l’anno per ciascun figlio a carico fino alla fine degli studi anche universitari – per tutti i nuclei familiari e senza limiti di reddito.
Ma il dibattito è apertissimo e secondo l’ipotesi circolante in questi giorni le famiglie con almeno due figli non pagherebbero più tasse sui redditi, con la conservazione però delle imposte indirette come ad esempio il bollo auto o la TARI. L’azzeramento dell’Irpef sarebbe però molto oneroso per le casse dello Stato, che si troverebbero prive di entrate fondamentali e che dovrebbero trovare dunque il modo di compensare questo ‘vuoto’. La maxi-detrazione, invece, sarebbe più sostenibile per l’Erario e anch’essa potrebbe spingere significativamente a favorire le nuove nascite.
Il problema delle risorse a disposizione per tagliare le tasse a chi fa figli
Certamente il nodo maggiore è quello delle risorse e della loro destinazione. L’obiettivo è destinarle alle famiglie che intendono fare almeno due figli, ma si tratta di un complicato gioco di equilibri e far quadrare i conti è operazione tutt’altro che facile, tenuto anche conto dei vari miliardi che sono erogati annualmente con lo strumento dell’assegno unico e universale. Detto assegno, pur con il varo delle nuove maxi agevolazioni fiscali, sarebbe comunque confermato.
Se ci si chiede del documento con il quale disporre lo stanziamento di nuove risorse per la natalità, rispondiamo che di sicuro riferimento sarà la Nadef, ovvero la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza.
Tuttavia il vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, non si è voluto sbilanciare troppo circa le nuove misure di sostegno alla natalità, che restano comunque una delle priorità del Governo. Interpellato in questi giorni dalle fonti di informazione, ha dichiarato che sono in corso valutazioni in vista della citata Nota di aggiornamento. Si discute insomma sull’effettiva possibilità di trovare altre risorse da mettere al servizio di interventi di riforma fiscale, tra cui appunto quelle per la natalità. Non potranno dunque che seguire sviluppi a riguardo.