Il congedo straordinario presuppone la convivenza e il rispetto di un preciso ordine di priorità. Vediamo come le due condizioni si riflettono l’una sull’altra.
I caregiver che assistono un familiare con disabilità grave possono assentarsi dal posto di lavoro fino a due anni percependo la retribuzione.
Si chiama congedo straordinario la misura dedicata ai caregiver che si prendono cura di un familiare con handicap fisico, psichico o sensoriale grave (certificato da una commissione medico legale). Rientra tra i benefici che lo Stato riconosce a chi deve lavorare e contemporaneamente occuparsi di una persona con disabilità. Si affianca ai permessi di tre giorni al mese ma presenta delle caratteristiche peculiari che il lavoratore interessato a inoltrare domanda di congedo deve necessariamente conoscere.
Iniziamo con lo specificare che l’assenza dal posto di lavoro sarà retribuita e che potrà prolungarsi al massimo per due anni. Il congedo straordinario potrà essere fruito continuativamente o in modo frazionato (a giorni, non ad ore). Requisito necessario per ottenere la misura è la convivenza del caregiver con il familiare disabile. Tale convivenza dovrà durare dal primo giorno di congedo fino alla sua conclusione.
Congedo straordinario e convivenza
La Legge 104 concede al lavoratore il congedo straordinario a condizione che si rispetti il requisito della convivenza con la persona assistita. Esistono solo tre eccezioni alla regola.
- Il caregiver abita nello stesso palazzo dell’assistito ma in appartamenti con interni differenti,
- il caregiver è un genitore con figlio disabile grave,
- richiedendo la residenza temporanea di durata massima di dodici mesi (solo se chi assiste e disabile vivono in Comuni differenti).
In ogni altro caso la convivenza è strettamente collegata alla concessione del congedo di due anni. Può iniziare anche successivamente alla richiesta ma entro il primo giorno di assenza dal posto di lavoro. Inoltre, come accennato, dovrà durare per tutto il periodo di congedo. La questione delle convivenza si lega ad un’altra condizione della misura ossia il rispetto dell’ordine di priorità.
Ordine di priorità nella richiesta della misura
L’ordine di priorità prevede che possano richiedere la misura
- il coniuge convivente, l’unione della parte civile convivente o il convivente di fatto della persona con disabilità,
- i genitori (anche adottivi o affidatari) a condizione che il coniuge convivente, l’unione di parte civile o il convivente di fatto siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti,
- i figli conviventi a condizione che i familiari dei punti precedenti siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti,
- fratelli e sorelle conviventi a condizione che i familiari dei punti precedenti siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti,
- parenti e affini entro il terzo grado a condizione che i familiari dei punti precedenti siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti,
- i figli non ancora conviventi ma che inizieranno la convivenza entro il primo giorno di congedo a condizione che i familiari dei punti precedenti siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti.
