Immaginiamo che tutti voi ricordiate la presenza della Toyota nel mondiale di F1. Ecco perché si ritirò alla fine della stagione 2009.
La F1 è fatta di tanti team che sono arrivati per poi abbandonare all’improvviso, senza mai più fare ritorno. Uno di questi è la Toyota, una delle più grandi delusioni del Circus moderno vista la pochezza di risultati ottenuti, nonostante dei budget faraonici investiti che però non hanno prodotto i risultati sperati.
La casa giapponese comunicò la volontà di entrare in F1 all’alba del nuovo millennio, dopo la sfortunata parentesi biennale alla 24 ore di Le Mans con la mitica TS020, meglio conosciuta come GT One, che ottenne la pole position nel 1999, senza però andare oltre il secondo posto in gara a seguito dei troppi problemi tecnici che aveva accusato, arrendendosi alla BMW sul traguardo.
L’esperienza accumulata con quella vettura fece da base al progetto F1, che partì ufficialmente nel 2002. Alla gara d’esordio, il Gran Premio d’Australia di quell’anno, la Toyota andò subito a punti, con Mika Salo che chiuse sesto dietro alla Minardi di Mark Webber, al termine di uno splendido duello tra i due.
Tuttavia, al buon inizio non fecero seguito altrettanti risultati positivi, visto che sino alla fine del 2004 non arrivarono podi né altri piazzamenti nobili. Un primo passo in avanti avvenne nel 2005, quando vennero ingaggiati come piloti Jarno Trulli e Ralf Schumacher, un deciso cambio di passo rispetto a prima.
Il pilota abruzzese, infatti, ottenne subito un gran secondo posto in Malesia, replicando lo stesso piazzamento anche in Bahrain. Ad Indianapolis fu il momento della prima pole position, poi non sfruttata a causa della defezione dei team gommati Michelin per problemi di sicurezza sulle gomme.
Ralf ottenne un’altra partenza al palo a Suzuka, a casa di questo team in Giappone, ma la vittoria sfumò anche in quel caso. Il 2005 fu comunque concluso al quarto posto tra i costruttori, ed avrebbe dovuto fare da trampolino di lancio per un futuro migliore e per la caccia alla prima vittoria. Tuttavia, non avvenne nulla di quanto sperato e fu l’inizio della fine.
Toyota, ecco i motivi del prematuro addio
Il biennio 2006-2007 fu terribile, con la Toyota che tornò alle prestazioni precedenti al 2005, con nessuna possibilità di lottare per qualcosa di importante. Qualcosa di meglio si vide nel 2008, con Jarno Trulli di nuovo sul podio in Francia, seguito dal debuttante Timo Glock che chiuse secondo in Ungheria, ma ci fu poco altro di positivo.
Il 2009 vide la Toyota schierare una vettura competitiva, la TF109, con Trulli e Glock che blindarono la prima fila in Bahrain, ma anche in quel caso, non arrivò il gradino più alto del podio. Vennero ottenuti altri piazzamenti tra i primi tre, ma la crisi economica e gli scarsi risultati portarono i vertici ad una decisione drastica.
Il 4 novembre del 2009, tre giorni dopo l’ultima gara del mondiale, la squadra giapponese decise di ritirarsi dalla F1, cedendo alla Pirelli la monoposto già pronta per la stagione 2010, che fu usata dalla casa milanese per sviluppare le gomme che avrebbero esordito nel 2011. Si chiuse così un progetto che era partito con l’obiettivo di fare molto bene, ma che non ha mai raggiunto quanto sperato.