La pensione minima è un sostegno economico dello Stato ai cittadini italiani. In caso di debiti è soggetta al pignoramento? Molti non lo sanno.
Quando si parla di pensione minima c’è ancora molta confusione. Infatti, sono in molti a chiedersi se possono accedervi anche con pochi contributi oppure non avendo ancora compiuti 67 anni di età.
In realtà, questa non è riconosciuta a tutti perché spetta solo a coloro che percepiscono una pensione troppo bassa per vivere dignitosamente. Quindi, si tratta di un’integrazione alla pensione ma che deve rispettare determinati requisiti e condizioni per ottenerla. Anche se la somma è modesta, rappresenta un sostegno economico per molti pensionati che non hanno diritto a un assegno della pensione più alto.
Pensione minima: le regole del pignoramento
A causa di alcuni importi degli assegni delle pensioni troppo bassi, accumulare un debito in questo periodo della vita è molto più facile. Quindi, molti pensionati si chiedono se la pensione minima può essere pignorata.
Sfatiamo un mito: la pensione (come lo stipendio) può essere pignorata. Il creditore deve, però, intervenire prima che l’assegno sia erogato al debitore. Il pignoramento sarà notificato anche all’INPS che tratterà la parte pignorata, erogando la somma che resta al pensionato.
Per la legge esiste una soglia limite entro la quale la pensione non può essere pignorata: il cosiddetto minimo vitale.
Come detto in precedenza, la pensione minima è un assegno integrativo alla pensione quando questa è troppo bassa per poter vivere dignitosamente. Di conseguenza, qualora un pensionato accumuli un debito, la pensione minima non potrà essere pignorata.
A fornire chiarimenti e istruzioni sui limiti di soglia del pignoramento delle pensioni è la circolare INPS numero 38 del 3 aprile 2023. Infatti, confermando le norme indicate nel decreto aiuti bis ha stabilito che non si possono pignorare pensioni inferiori a 1.000 euro.
Inoltre, stabilisce che non possono essere pignorate neanche le pensioni o altre prestazioni assistenziali per un ammontare corrispondente al doppio della misura massima mensile dell’assegno sociale. Per il 2023, quest’ultimo ammonta a 503,27 euro per 13 mensilità.