Oggi siamo sempre più vicini a sconfiggere le neoplasie, non solo con le cure: grazie ad un innovativo test potremo predire il tumore prima che si formi.
La ricerca non ha davvero limiti e oggi arriva la notizia di una scoperta che potrebbe ben presto rivoluzionare l’approccio alla sconfitta dei tumori.
Una delle problematiche che rende difficile il trattamento delle varie forme di cancro è quella di non arrivare sempre in tempo.
La prevenzione e gli screening stanno già facendo molto per aumentare le probabilità di sopravvivenza e oggi abbiamo un’arma in più. Ecco cos’è il nuovo test inventato da alcuni scienziati.
Con un semplice esame del sangue potremo predire il tumore, anche 18 mesi prima che si formino completamente
Immaginiamo di poter individuare una forma di cancro anche un anno prima che cominci a diventare così grande da poter essere individuato coi classici esami. Ciò comporterebbe un vantaggio enorme e i pazienti potrebbero essere trattati subito coi farmaci adatti, e aumentare le probabilità di sopravvivenza.
Una startup indiana, che si occupa anche di creare terapie proprio per i tumori, ha ideato un test che permette di trovare le loro “tracce” quando le cellule neoplastiche sono in una fase iniziale, detta “stadio zero”.
Gli esami testati su alcuni pazienti hanno dimostrato una potenziale efficacia addirittura del 99,9%. Si basano sull’individuazione delle cellule tumorali che – ancor prima che si formino gli ammassi cancerosi – circolano nel sangue.
Anche senza scendere troppo nei dettagli tecnici, difficilmente comprensibili ai non addetti ai lavori, dallo studio emerge come potrebbe essere presto facile trovare un cancro ed eliminarlo prima di dover ricorrere a terapie tossiche, come la chemioterapia.
Il test inventato dai ricercatori infatti potrebbe far raggiungere i seguenti obiettivi:
- capire che tipo di cancro è appena iniziato e quale parte del corpo è interessata, tramite un semplice esame del sangue;
- individuare i meccanismi del tumore anche fino a 18 mesi prima, e l’esame negativo potrebbe anche fornire una previsione negativa per i 18 mesi successivi;
- infine, il test può fornire analisi delle mutazioni dell’RNA di qualsiasi organo del corpo ed evitare quindi di ricorrere a invasive biopsie.
Al momento tutte queste scoperte sono in fase sperimentale e di approfondimento, ma se potessero svilupparsi ulteriormente potrebbero dare una svolta nella lotta ai tumori.
Le parole del professor Stephen Abbas, consulente di genomica ed ex direttore del laboratorio di genetica del Cambridge University Hospitals NHS Foundation Trust, sono entusiastiche e caute al tempo stesso. Egli infatti ha affermato che “Questo marcatore ha la capacità di diventare un potente test diagnostico e di screening per il cancro, in particolare se può funzionare su tutti i tipi di cancro“, ma anche che servono ulteriori studi e approfondimenti.