Avviso INPS: aumenti pensioni dei dipendenti pubblici

I dipendenti pubblici possono contare nel 2023 su una pensione più ricca. Ecco cosa sta accadendo in Italia.

L’INPS rivela dei dati che fanno sorridere i dipendenti pubblici. Si sono registrati degli aumenti, ve ne siete accorti?

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La fotografia dell’INPS sulle pensioni in Italia – InformazioneOggi.it

L’Osservatorio sulla Gestione Dipendenti Pubblici rileva come le pensioni in vigore al 1° gennaio 2023 abbiano registrato un aumento dell’importo annuo – considerato su tredici mensilità – del 5,2%. Si tratta di un totale annuo di 83.318.000 milioni di euro.

I cedolini, nello specifico, hanno riportato importi variabili da 1.586,25 euro al mese per la Cassa Pensioni Insegnanti fino a 4.844,49 euro al mese per la Cassa Pensioni Sanitari. In tutto, i trattamenti erogati sono 3.107.983 (+0,8% rispetto al 2022). Significa che stanno andando in pensione più persone e che il calo del 9,4% del 2022 si sta recuperando.

Pensioni dipendenti pubblici, aumenti nel 2023

L’INPS ha riportato alcuni dati con riferimento alle pensioni dei dipendenti pubblici. Come detto le rilevazioni sono state effettuate dall’Osservatorio sulla Gestione Dipendenti Pubblici analizzando gli oltre 3 milioni di trattamenti erogati nell’anno in corso.

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Le pensioni per i dipendenti pubblici in Italia

Gli importi erogati nel 2023 riferiti dall’INPS riportano come

  • il 6,5% dei trattamenti siano pensioni di inabilità,
  • il 14,3% sono pensioni di vecchiaia con importo totale annuo pari a 13.736 milioni di euro,
  • 20,3% di pensioni ai superstiti (reversibilità),
  • 58,9% di pensioni anzianità o anticipate per un importo di 54.416.000 di euro. 

Una percentuale altissima, dunque, per le pensioni di chi decide di lasciare il lavoro prima dei 67 anni. Da sottolineare, poi, come con riferimento ai beneficiari il 59,6% dei trattamenti sia erogato a donne specialmente le pensioni di reversibilità (16,8% del totale donne, 3,5% uomini). Solo le pensioni di inabilità vedono più uomini come beneficiari.

L’indagine INPS continua con riferimento all’età media dei titolari della pensione di vecchiaia nonché di anzianità e anticipata. I dati segnalano 74 anni di età in media per il pensionamento. Scende a 69,9 anni per gli uomini percettori di pensione di inabilità e 74,5 anni per le donne. I trattamenti ai superstiti presentano un’età media di 72,2 anni per gli uomini e 78,6 anni per le donne.

Un’altra rilevazione riguarda la distribuzione territoriale. Il numero più alto di trattamenti è corrisposto nel Nord Italia per il 40,9%. Segue il Sud Italia con il 36,5% (incluse le isole) e il Centro con il 22,3%.

Concludiamo con gli importi erogati ai dipendenti pubblici. Le somme più alte sono versate nel Nord Italia. Qui, infatti, si registra il 39,8% della spesa pensionistica totale della Gestione Dipendenti Pubblici. Segue il centro con il 36,4% e il Sud con le Isole (23,6%).

Questo è il quadro disegnato dall’INPS con riferimento alle pensioni pagate ai dipendenti pubblici in Italia.

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