Congedo straordinario: la Cassazione non ha dubbi, in questi casi il licenziamento è legittimo!

Grazie al congedo straordinario ci si può assentare da lavoro per accudire un familiare disabile grave. Cosa è lecito fare in tale periodo?

Il congedo straordinario è un beneficio concesso ai lavoratori dipendenti che assistono un familiare affetto da disabilità grave. In particolare, ci si può assentare dal lavoro per un periodo massimo di 2 anni, continuando a percepire la normale retribuzione.

congedo straordinario
Cosa fare durante il congedo straordinario? InformazioneOggi.it

Uno dei dubbi più ricorrenti tra i beneficiari riguarda la precisa modalità di fruizione del congedo. L’assistenza al familiare malato deve essere continuativa oppure è consentito assentarsi? Le perplessità sono lecite se si pensa che, nel caso in cui le cure al disabile siano insufficienti, si rischia il licenziamento per giusta causa.

Scopriamo, dunque, cosa è consentito fare e cosa, invece, è assolutamente vietato e quali sono le condotte che si traducono in un abuso del beneficio.

Congedo straordinario: cosa è lecito fare durante l’assenza dal lavoro?

Quando si richiede il congedo straordinario è ovvio che la priorità deve essere la cura del soggetto disabile grave, per tutta la durata del periodo di assenza dal lavoro.

Questo, tuttavia, non significa che il caregiver deve trascurare la propria vita personale, perché è fondamentale che goda della salute psico-fisica richiesta per accudire il familiare malato.

La normativa non specifica cosa è consentito fare e cosa è vietato nel periodo di permesso e, per questo motivo, sono più volte intervenuti il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e la Corte di Cassazione.

Con l’interpello n. 30/2012, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha chiarito che il caregiver in congedo straordinario può assentarsi momentaneamente per svolgere, innanzitutto, tutte le attività che sono collegate all’assistenza del disabile, come accompagnarlo a fare una visita medica o un controllo, andare a fare la spesa e recarsi in farmacia.

L’interpello, inoltre, specifica che il caregiver può allontanarsi non solo per soddisfare i bisogni del disabile ma anche per se stesso. Si parla, infatti, di finalità mista, che riguarda sia le esigenze del malato sia quelle del familiare che lo assiste.

In tale ottica, dunque, nel periodo di congedo si può anche andare in palestra, a pranzo o a cena fuori, dal parrucchiere o dall’estetista; ci si può, insomma, concedere qualche ora di svago, perché prendersi cura di un malato grave è sempre molto faticoso.

L’assistenza non deve sussistere necessariamente per tutte le 24 ore della giornata, ma è essenziale che venga sempre assicurata. L’assenza, quindi, deve essere di breve durata (ad esempio, il familiare non può allontanarsi per diversi giorni).

Si può chiedere aiuto ad una badante? Il parere della Cassazione

Anche la sentenza della Corte di Cassazione n. 27232/2014 ha stabilito che il lavoratore fruitore del congedo straordinario può chiedere aiuto ad un’altra persona o ad una badante, per assistere il disabile.

È necessario, però, che l’attività dell’aiutante non sostituisca del tutto quella del caregiver.

In altre parole, ci si può ritagliare del tempo per se stessi anche durante il periodo di assenza dal lavoro, ma deve sempre essere assicurata l’assistenza al disabile grave. Nei brevi momenti di “pausa”, ci si può far aiutare da un altro familiare oppure da una badante.

Il caregiver non può, invece, allontanarsi per periodi molto lunghi, ad esempio non può andare in vacanza o recarsi in viaggio all’Estero (in questo caso di rischia addirittura la truffa aggravata).

Il datore di lavoro ha tutto il diritto di controllare l’operato di un suo dipendente che ha richiesto il congedo biennale e, per farlo, può servirsi anche di investigatori privati. Tutte le attività che vengono compiute senza rispettare i limiti che abbiamo appena illustrato si considerano abusi.

Se documentato, il comportamento illecito del lavoratore caregiver può giustificare il licenziamento per giusta causa.

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