Spuntano su Twitter e altri Social le fosche previsioni di Greta Thunberg e forse siamo davvero alla fine del mondo. Ma non a livello meteorologico.
Tutti sicuramente conoscono la giovane Greta e la sua lotta al cambiamento climatico, e le parole “urlate” ai politici di tutto il mondo affinché invertano la tendenza che, anche secondo gli scienziati, ci porterà all’estinzione di massa. Oggi spunta anche una profezia.
I Social sono un mezzo davvero interessante per scoprire cosa pensano le persone, ma anche per “sbugiardare” i vari personaggi di ogni tipo, che oggi affermano un concetto e domani l’esatto contrario.
Proprio in questi giorni, alcuni utenti di Twitter hanno riproposto un post di Greta Thunberg che in sintesi annunciava (era il 21 giugno 2018) la fine del mondo entro 5 anni, se i popoli non avessero smesso di usare i combustibili fossili.
Dunque dovremmo avere solamente due settimane di vita, dopo di che – visto che ancora usiamo suddetti combustibili – moriremo tutti. Ma cosa c’entra questo con la manipolazione mediatica? Un nesso, e forse anche qualcosa di più, c’è sicuramente.
Dove ci porteranno la profezia di Greta e la comunicazione roboante sui cambiamenti climatici
Potremmo non voler ascoltare l’opinione di Greta Thunberg, tacciandola come una ragazzina “viziata” o “ingenua”, come spesso l’abbiamo sentita chiamare dagli “hater” o “negazionisti”, e forse persino dai “no vax”.
Tutte queste etichette risuonano nelle edizioni dei Tg, insieme ai continui allarmi provenienti da scienziati (veri) sul surriscaldamento globale, sulle stagioni che non sono più quelle di una volta, sui danni che le popolazioni subiranno da siccità, uragani, incendi e temperature sempre più alte.
Qualcuno, però, comincia a farsi delle domande, e tra l’altro la stagione estiva di quest’anno – che non è ancora decollata – dimostra che il Meteo probabilmente se ne frega delle attività umane.
Ma il messaggio trasmesso dai media di tutto il mondo è sempre il medesimo: dobbiamo abbracciare la transizione green, cambiare abitudini, consumare di meno, essere felici di non possedere niente e usare ovviamente l’energia del sole per tutte le attività.
Sarà che dietro a questo allarmismo si nasconde la volontà di imporre uno stile di vita che, se non ci fosse l’emergenza, non verrebbe adottato? Qualcuno, come detto, comincia a farsi delle domande. Il problema è che chi osa contraddire la narrazione comune diventa automaticamente “negazionista”, “terrapiattista”, e mettiamoci anche “no vax”, così il quadro discriminatorio è completo.
Ma per (s)fortuna abbiamo i Social che non mentono. Sempre su Twitter un utente ha postato un interessante confronto, affermando che per dare la sensazione di allarme è sufficiente cambiare il colore delle mappe. Et voilà, il terrore è servito.
Come si vede dalla foto, nel giugno del 2017 gli abitanti della Germania si trovarono di fronte a un avvio d’estate abbastanza caldo. Le temperature parlano da sé. La mappa geografica, simile ad una visione satellitare, mostra un territorio colorato di verde.
Le previsioni Meteo andate in onda nel giugno 2022 mostrano uno scenario completamente diverso: le temperature, in linea generale, non arrivano nemmeno a 30 gradi e sono inferiori rispetto allo stesso periodo del 2017. Eppure, la mappa ha una colorazione da rossa a rosso scuro.
Nella mente sappiamo benissimo cosa porta la percezione dei colori: il verde dona serenità e tranquillità (è il colore del semaforo che ci dice che possiamo procedere); il rosso è atavicamente simbolo di pericolo, di allarme, del fuoco (col rosso, al semaforo, dobbiamo fermarci).
Ma le due colorazioni confondono a livello inconscio chi guarda il Meteo, e non è certo un caso che siano state scelte. La manipolazione mediatica, inutile negarlo, c’è. In questo piccolo esempio come in tanti altri ambiti.
Si chiama marketing e da sempre viene usato con successo per vendere: un oggetto o un concetto, è la stessa cosa.
E la motivazione è facilmente intuibile: ci sono appunto soggetti che vogliono spingerci a prendere decisioni specifiche. Che siano rivolte verso l’acquisto di determinati prodotti o atte a farci cambiare abitudini, usi e costumi.
E non è necessario scadere nel “complottismo”, perché in fondo tutto questo succede ogni giorno, anche nelle piccole cose.
Facciamoci caso: anche al supermercato, quando acquistiamo maxi confezioni di prodotti inutili solamente perché sopra c’è scritto “super sconto”.
Ma in fondo perché dovremmo preoccuparci? Moriremo tutti, e probabilmente tra meno di due settimane.