Diabete genetico o predisposizione al diabete di tipo 2 possono causare l’innesco della malattia, che come sappiamo è piuttosto invalidante.
La genetica, in molte malattie, gioca un ruolo fondamentale ma per combattere i sintomi e migliorare lo stato di salute possiamo sfruttare anche i benefici di alcuni stili di vita.
Il Diabete di tipo 2, lo ricordiamo, è una forma di diabete per cui non è necessario adottare le terapie insuliniche, cosa che invece accade nel Tipo 1. La malattia, però, è da tenere costantemente sotto controllo per evitare che i troppi zuccheri nel sangue inneschino altri problemi di salute.
Diabete genetico o predisposizione, che differenza c’è
Il Diabete è una malattia che può insorgere per svariati motivi, spesso concatenanti. Sicuramente il sovrappeso e l’eccesso di grasso addominale aumentano la resistenza all’insulina e il rischio di sviluppare questa condizione.
Entrano in gioco, però, anche altri fattori, come ad esempio:
• Lo stile di vita sedentario: la mancanza di attività fisica facilita l’accumulo di zuccheri poiché non consumati adeguatamente dalle cellule.
• La genetica: alcuni geni possono rendere i soggetti più facilmente esposti al Diabete di tipo 2, anche se l’insorgenza può cambiare in base a fattori personali e/o ambientali.
• Età: il diabete di tipo 2 è più frequente nei soggetti di età superiore ai 45 anni, ma può colpire chiunque a qualsiasi età.
• Pre-diabete: è una condizione di “allarme” che se presa in tempo può scongiurare l’insorgere della malattia vera e propria.
• Diabete gestazionale: può accadere alle donne durante la gravidanza ma anche scomparire da sé dopo la nascita del bimbo.
Cosa hanno scoperto gli scienziati riguardo al contrasto al Diabete di Tipo 2
Da un recente studio emerge che effettuare regolarmente attività fisica riduce drasticamente il rischio di Diabete 2, anche nei soggetti che sarebbero predisposti geneticamente.
Sicuramente fare esercizio fisico aiuta a rimanere in forma a prescindere, tanto più che ogni persona dovrebbe valutare l’idea di muoversi di più.
Un team di ricercatori dell’Università di Sydney, in Australia, ha però approfondito sull’argomento, puntando l’attenzione sui soggetti predisposti al Diabete di tipo 2. Ha per prima cosa osservato che sebbene i 30 minuti al giorno di attività fisica di intensità moderata possano prevenire il diabete di tipo 2 (T2D), le conoscenze attuali sono troppo blande, basate su auto-certificazioni e soprattutto non tengono conto del maggior rischio a carico dei soggetti geneticamente predisposti.
I ricercatori hanno dunque effettuato dei test più specifici, coinvolgendo circa 60 mila pazienti. I soggetti sono stati studiati per ben 7 anni e dunque possiamo immaginare la mole di dati che è stata raccolta.
Le persone con un punteggio di rischio genetico elevato avevano un rischio 2,4 volte più alto di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a quelle con un rischio genetico basso.
Nei vari test e durante lo svolgimento dello studio, però, i ricercatori hanno osservato che le persone che si dedicavano a più di 1 ora di esercizio fisico moderato-intenso sviluppavano il 74% in meno di possibilità di avere il diabete di tipo 2.
Le conclusioni dei ricercatori sono state che anche i soggetti geneticamente predisposti e dunque a maggior rischio possono contrastare in maniera efficace la comparsa del diabete, grazie all’esercizio fisico.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)