Buoni fruttiferi postali: attenzione a scadenza e prescrizione, si rischia di perdere tutto

I Buoni fruttiferi postali sono titoli emessi da Cassa depositi e prestiti e come tali bisogna fare attenzione a scadenza e prescrizione.

A tal proposito è recente la notizia il ritrovamento di un Buono postale di 500 lire risalente al 1937 da parte di un operaio della provincia di Frosinone durante i lavori di ristrutturazione della casa di famiglia. Il valore attuale del Buono è un miliardo di euro.

Buoni postali scadenza e prescrizione
Buoni fruttiferi postali (informazioneoggi.it)

Purtroppo, però, il titolo non solo è scaduto ma anche prescritto; ciò nonostante, l’operaio avrebbe deciso lo stesso di provare a riscuotere il rimborso intendendo una causa a Bankitalia.

Ovviamente, questo è un caso particolare; tuttavia, nel corso degli ultimi anni sono state molte le segnalazioni di irregolarità denunciate soprattutto dai sottoscrittori di buoni postali emessi tra gli anni Ottanta e Novanta. Di conseguenza, varie associazioni di consumatori hanno iniziato una vera e propria battaglia per sanare la situazione grazie anche alle tante sentenze pronunciate in favore dei titolari di Buoni fruttiferi postali scaduti o prescritti.

Ecco, quindi a cosa fare attenzione quando si sottoscrive un buono fruttifero postale e non rischiare poi di perdere tutti i risparmi.

Scadenza e prescrizione dei Buoni fruttiferi postali: ecco cosa sapere

Per scadenza dei buoni fruttiferi postali si intendere la data entro i quali i titoli non producono più gli interessi, ovvero diventano infruttiferi. A partire dalla data di scadenza il risparmiatore potrà richiedere il rimborso del capitale direttamente all’ufficio postale.

Come vedere la scadenza dei buoni postali
Buoni postali: attenzione a scadenza e prescrizione (informazioneoggi.it)

Di solito, la data di scadenza è indicata sia sul retro del Buono sia nel Foglio informativo analitico. Però, chi ha sottoscritto Buoni ordinari a partire dal Duemila potrebbe trovare la scritta “a termine” che causa molta confusione. Infatti, un decreto ministeriale del Tesoro del 19 dicembre 2000 ha introdotto due tipologie di buoni ordinari:

  • la prima della Serie A1 con durata 20 anni (emessi dal 28 dicembre 2000);
  • la seconda della Serie AA1 con scadenza limitata a pochi anni e con la dicitura “a termine”.

Ricordiamo che i Buoni ordinari emessi fino al 27 dicembre 2000 hanno una scadenza di 30 anni.

Invece, per prescrizione si intende il termine stabilito dalla legge (articolo 2946 del Codice civile) entro il quale un sottoscrittore non potrà più richiedere il rimborso del capitale investito ma neanche degli interessi maturati. Tale termine è 10 anni. Però, a regolamentare la prescrizione dei buoni fruttiferi postali è l’articolo 6-ter del decreto legge numero 269 (poi convertito nella legge numero 326/2003).

Ciò che succede ai buoni postali dopo la prescrizione dipende dalla data di emissione e, infatti, Buoni emessi:

  • fino al 13 aprile 2001 confluiscono direttamente nelle casse dello Stato;
  • a partire dal 14 aprile 2001 confluiscono nel Fondo per indennizzare i risparmiatori delle vittime di frodi finanziarie.
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