Il sale fa male a chi ha la pressione alta, o almeno questa è la convinzione che abbiamo avuto tutti finora. Uno studio la smentisce di netto.
Abbiamo molte conoscenze per preservare la nostra salute e il benessere generale dell’organismo, e questo grazie agli esperti che divulgano consigli utili. A volte, però, le conoscenze si “ribaltano” e di conseguenza dobbiamo cambiare nuovamente abitudini o stili di vita.
È il caso, ad esempio, dell’uso del sale a tavola, il condimento per eccellenza, che tutti usiamo quotidianamente, a meno che non abbiamo indicazioni diverse dal nostro medico.
Finora si pensava che assumere quantità elevate di sale nuocesse in particolar modo ai soggetti con la pressione alta, anche se va detto che comunque il sale di per sé non è un condimento dannosi, anzi. Proprio il Ministero della Salute dà indicazioni per consumare le quantità corrette di sale iodato, ciò per prevenire carenze da iodio.
Come per molte altre abitudini alimentari, dunque, l’importante è mantenere un equilibrio e non esagerare nelle quantità.
Oggi però, i risultati di uno studio danese potrebbero confondere ancora di più, perché asseriscono qualcosa che nessuno avrebbe mai pensato: il sale fa male a prescindere.
Gli esperti lo hanno dimostrato: il sale fa male anche a chi ha la pressione bassa
Negli ultimi anni le malattie a carico dell’apparato cardiovascolare sono aumentate, anche nei soggetti più giovani. Dunque la Ricerca sta effettuando numerosi studi volti a trovare formule di prevenzione efficaci oltre che, naturalmente, nuove terapie.
Durante uno di questi studi sulla salute cardiovascolare, un team di scienziati ha coinvolto più di 10 mila persone. Lo studio è stato anche pubblicato su European Heart Journal. I soggetti erano di età compresa tra i 50 e i 64 anni e avevano una pressione sanguigna nella norma.
A differenza delle conoscenze già acquisite, ovvero che il sale è attore protagonista nell’ipertensione, oggi emerge anche un ruolo nell’insorgere dell’aterosclerosi, anche se sono necessari ulteriori approfondimenti.
Gli scienziati danesi hanno osservato i dati emersi dalle analisi effettuate sui partecipanti, ovvero tomografie computerizzate coronariche ed ecografie delle arterie del collo. Le misurazioni hanno ovviamente riguardato anche le dosi di sodio assunte dai soggetti coinvolti, per metà uomini e per l’altra metà donne.
Ebbene, i risultati hanno parlato chiaro: più sale si assume e maggiori sono le formazioni di placche arteriosclerotiche nel sangue. Gli esperti non hanno potuto che confermare l’ipotesi che il rischio di malattia cardiovascolare può innescarsi, dunque, anche in assenza di pressione alta.
Abbiamo allora un fattore di rischio in più e questa nuova scoperta farà sicuramente cambiare abitudini alimentari a molte persone, visto che i rischi e la correlazione ci sono.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)