Risulta più conveniente la pensione di vecchiaia o la pensione anticipata? I lavoratori devono fare bene i calcoli prima di decidere.
In pensione a 67 anni oppure prima con la pensione anticipata ordinaria, Quota 103 o l’anticipata contributiva?
Rimanere in pensione fino a 67 anni può non essere facile soprattutto per chi svolge un lavoro pesante fisicamente o mentalmente. Si può avere il desiderio del pensionamento per potersi finalmente dedicare alla famiglia e alle proprie passioni ma la domanda da porsi prima di qualsiasi decisione è “Uscendo prima dal valoro il mio assegno pensionistico sarà sufficiente per garantire una qualità della vita soddisfacente?”
In linea generale accumulare meno contributi significa ricevere una pensione più bassa. Tale principio vale soprattutto per i lavoratori che rientrano nel sistema contributivo puro. Ma se proprio si ha il desiderio o la necessità di un pensionamento anticipato cosa occorre sapere?
Pensione di vecchiaia e anticipata, puntualizzazioni sulla convenienza
Un vero dilemma quello di lasciare il lavoro prima del tempo o attendere la pensione di vecchiaia (67 anni di età e 20 anni di contributi). La decisione è personale e legata alle proprie esigenza. Nella scelta influisce, però, l’importo dell’assegno pensionistico per vari motivi. L’obiettivo dovrebbe essere quello di potersi godere la pensione con meno penalizzazioni possibili. La scelta migliore rimane la pensione di vecchiaia per ottenere un assegno dal più alto importo possibile.
Per cercare di capire la convenienza delle misure anticipate confrontiamo le possibilità di un lavoratore con 41 anni di contributi e 62 anni di età e di un altro con soli 22 anni di contributi e 64 anni di età.
Determinante sarà il calcolo del montante contributivo e del coefficiente di trasformazione. Quest’ultimo varia in base all’età del lavoratore al momento del pensionamento. Più alta sarà l’età maggiore sarà il coefficiente e di conseguenza la pensione.
Iniziamo con il lavoratore di 62 anni di età con 41 di contributi che può andare in pensione con Quota 103. Poniamo l’ipotesi di un montane contributivo di 311.190 euro (stipendio medio lordo annuo di 23 mila euro). La pensione anticipata garantirebbe 1.168 euro. Attendendo i 67 anni, invece, a parità di contributi (per esempio se dovesse essere licenziato) la pensione sarebbe di circa 1.369 euro al mese. Aggiungendo contributi per altri cinque anni, invece, il montante salirebbe e la pensione arriverebbe a 1.536 euro al mese.
Il secondo lavoratore ha già 64 anni, solo tre in meno rispetto ai 67 previsti per la pensione di vecchiaia. I coefficienti di trasformazione, quindi, non presentano grosse differenze e gli anni di contributi mancanti sarebbero solo tre. Significa che con la pensione anticipata – ipotizzando un montante di 166.980 euro – otterrebbe 665 euro al mese mentre con quella di vecchiaia 834 euro al mese. Non potrebbe accedere al pensionamento dato che la pensione anticipata contributiva esige che l’assegno sia almeno 2,8 volte l’assegno sociale.
Via con i calcoli, dunque, per definire la propria situazione e capire dove risiede la convenienza. L’INPS aiuta mettendo a disposizione del lavoratore un simulatore della pensione sul sito ufficiale dell’ente.