Attenzione alta sulle truffe SMS e WhatsApp che purtroppo non mancano: quali sono le più comune e come difendersi
Quando si parla di truffe in generale è sempre bene ed importante prestare attenzione, dal momento che le strategie e le modalità non mancano, come quelle via SMS e WhatsApp.
Un recente esempio è proprio quello inerente un messaggio inviato da un numero polacco che recita “Ciao mamma”. E continua con “il telefono è rotto“, avvisando che il numero sarebbe cambiato, e con richiesta di inviare un messaggio su WhatsApp.
Altro esempio, un presunto messaggio inviato dall’Istituto bancario e dalle Poste in cui si fa cenno ad un conto che è “sotto attacco”, suggerendo di seguire il link per la risoluzione della questione.
A banche e poste, si lega anche un sms dove viene segnalata un’anomalia ed un movimento da 248 euro in Romania, con l’invito a seguire il link per bloccare l’operazione. Come spiega Diritto.it si tratta in realtà di episodi che celano truffe.
C’è poi chi spiega di aver avuto una e-mail indicante una presunta anomalia sul profilo dell’Entrate, o ancora quella mandata dalla Commissione di osservanza sul Registro tributari, col preannuncio di una sanzione.
Un falso, si legge, anche poiché il mittente è un soggetto sconosciuto, con un italiano discutibile con cui viene consigliato di spostare su IBAN sicuro fornito dal chiamante.
Va ricordato che la Polizia, al pari di Banche e Poste non chiedono mai di dare indicazioni di tale genere.
Truffe via SMS e WhatsApp: come difendersi e i consigli
A monitorare costantemente la situazione, provando a disinnescare i tentativi che colpiscono anziani e non, è la Polizia Postale. Le truffe sono diffuse e occorre stare attenti per non cadere nelle trappole.
Per la Polizia Postale, anzitutto occorre tener presente che info di questo tipo, ovvero via sms, WhatsApp oppure contatto telefonico degli uffici delle Poste, Polizia, e banche, non saranno mai chieste da quest’ultimi.
Non bisogna cedere al panico, bensì entrare in contatto subito con Poste, banche e forze dell’ordine. Bisogna stare inoltre attenti perché, in caso di truffa, si rischia di non recuperare il denaro.
Si pensi ad un bonifico su un IBAN indicato; difficilmente la banca restituirebbe il denaro, anche perché l’operazione sarebbe avvenuta in modo volontario.
Potrà esser individuato il truffatore, ma il recupero degli importi sarà complicato se non impossibile. Dunque è bene evitare che accadano situazioni come queste.
La tutela dei cittadini si lega anche all’assistenza della rete di Federconsumatori, con specifici sportelli e in collaborazione con le forze dell’ordine. Ad esempio si suggerisce di stare attenti agli acquisti in rete, con la verifica sempre del venditore e dei prezzi. Se troppo bassi e convenienti, potrebbe esserci qualcosa che non va.