Se si richiede il congedo 104 per assistere un figlio disabile, si perde il diritto all’Assegno Unico o si subisce una riduzione della cifra? Scopriamolo.
Grazie al congedo 104 è possibile interrompere l’attività lavorativa dipendente per un periodo massimo di due anni, continuando a percepire il regolare stipendio.
Cosa succede se a beneficiare del congedo è un percettore dell’Assegno Unico? Per legge, ai genitori di figli disabili spettano delle maggiorazioni. Verrebbero ugualmente accreditate o sono previste delle eccezioni. Vediamo cosa stabilisce, al riguardo, la disciplina legislativa vigente.
Assegno Unico e congedo Legge 104: la condizione per non perdere la maggiorazione
La circolare INPS n. 119 del 1997 stabilisce che l’Assegno per il Nucleo Familiare va erogato anche per le ore o i giorni di permesso previsti dall’art. 33 della Legge n. 104 del 1992. Tali giorni sono valutati come la malattia o la maternità. Si ha, dunque, diritto all’Assegno Unico nel periodo di congedo 104.
Proprio perché il congedo è paragonabile alla malattia indennizzata, si ha diritto anche alle maggiorazioni sull’Assegno Unico, per i nuclei familiari che percepivano gli ANF prima dell’introduzione della nuova prestazione.
In particolare, la normativa vigente prevede che l’Assegno Unico è maggiorato nei confronti delle famiglie con un ISEE fino a 25 mila euro e che hanno ricevuto, nel 2021, gli ANF per i figli minorenni.
Fino al 2025, i soggetti beneficiari riceveranno i seguenti importi:
- una cifra pari a 2/3 nel 2023;
- un ammontare di 1/3 nel 2024 e per i mesi di gennaio e febbraio del 2025.
In che modo viene calcolato l’Assegno Unico durante il periodo di congedo 104? Per tutte le assenze lavorative che sono tutelate dalla legge, come gravidanza, malattia, infortunio, congedi, bisogna innanzitutto determinare il totale dei giorni lavorativi sui quali applicare l’Assegno Unico.
Attenzione, però, perché il calcolo delle giornate non va fatto sulla base delle ore giornaliere di lavoro effettivamente svolte, ma tenendo conto dell’orario di lavoro settimanale stabilito dal contratto.
Come si calcola il reddito ai fini della concessione del beneficio?
Quali sono i redditi che vengono inseriti nelle operazioni di calcolo dell’Assegno Unico durante il periodo di congedo 104? Principio cardine è che il reddito non deve superare delle soglie, imposte dalla legge annualmente.
In questo caso, il reddito è quello familiare, a cui si somma, poi, il reddito del richiedente e quello dei altri membri della famiglia (per esempio, la moglie o i figli).
Quando si parla di reddito, poi, ci si riferisce a quello costruito durante l’anno solare antecedente il 1° luglio di ciascun anno.
Rientrano e sono considerati parte del reddito nucleo familiare:
- i redditi soggetti ad IRPEF, ad esempio il reddito di lavoro dipendente, autonomo o professionale;
- i redditi d’impresa;
- i redditi da pensione;
- i redditi derivanti da terreni e fabbricati;
- ulteriori redditi, come quelli a tassazione separata.
I redditi da lavoro dipendente sono valutati al netto dei contributi previdenziali e assistenziali obbligatori per legge.
Non si considerano, invece:
- il Trattamento di Fine Rapporto (comprese le eventuali anticipazione), la buonuscita e la liquidazione;
- gli arretrati per gli anni precedenti a quelli di pagamento.
Nel caso, infine, si possiede sia un reddito da lavoro dipendente sia uno da lavoro autonomo, l’Assegno Unico spetta se, sommando i vari redditi, prestazioni e pensioni da lavoro dipendente, percepiti dal nucleo familiare si ottiene un valore corrispondente almeno al 70% del reddito familiare complessivo.