Il nome malattia mangiacarne dà un’idea abbastanza inquietante di quali possano essere i suoi effetti: infatti è molto temuta.
Come altre malattie potenzialmente letali, anche la “mangiacarne” è trasmessa da un batterio, e in caso di infezione è necessario agire subito per evitare i danni e le gravi conseguenze.
La “leggenda” vuole che la malattia possa essere trasmessa anche dal morso di un soggetto infetto, e questa terribile immagine ci rimanda al mondo degli zombie. Non si tratta però di finzione ma di realtà, perché i rischi di infezione sono molteplici.
Cos’è la malattia mangiacarne e come avviene il contagio?
Abbiamo anticipato che a veicolare la malattia sono dei batteri e più in particolare gli Streptococchi del Gruppo A; la “mangiacarne” colpisce i tessuti del corpo umano, che vanno in necrosi e dai quali scaturisce un’infezione gravissima, potenzialmente letale.
Scientificamente, la malattia mangiacarne è la “fascite necrotizzante”, ma anche da questo termine si capisce molto bene a cosa si può andare incontro. Qualsiasi persona può contrarre la malattia, se morsa appunto da un soggetto infetto o in caso abbia una ferita non curata adeguatamente che viene in contatto con i batteri.
Ricordiamo che lo streptococco è un batterio presente – ad esempio – anche durante un normalissimo mal di gola; ecco che, sempre ipotizzando uno scenario qualunque, se due bambini giocano e si danno un morso il batterio può attaccare la parte lesa e causare effetti gravissimi.
Cosa succede se si contrae la malattia mangiacarne?
È di pochi giorni fa la notizia di un uomo che aveva litigato col cugino, e durante la colluttazione era stato morso; pochissimo tempo dopo ha scoperto di essere stato infettato e ha avuto gravi ripercussioni di salute. Infatti non esistono terapie vaccinali contro la “mangiacarne” ma solo cure da effettuarsi dopo la diagnosi.
Le cure consistono nella rimozione chirurgica dei tessuti colpiti, e a volte questa rimozione può essere molto ampia.
Esistono misure preventive per evitare la fascite necrotizzante?
Abbiamo detto che la malattia può colpire chiunque, e addirittura esistono categorie di soggetti più a rischio, come i diabetici o chi ha malattie autoimmuni e/o croniche.
L’unico modo per evitare gli effetti più gravi della fascite necrotizzante è quello di prestare attenzione alle ferite. L’infezione si manifesta dapprima con un arrossamento della parte lesa, che diventa dolorante e calda. È importante disinfettare subito una lesione cutanea, soprattutto se profonda, e rivolgersi al medico curante per curarla al meglio. Se nel caso, possono essere somministrati antibiotici.
Infine, meglio evitare contatti stretti con le persone infette, per limitare il più possibile altre contaminazioni.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)