Gli scienziati hanno individuato nella resilienza immunitaria un’arma importante per la prevenzione di numerose malattie: ecco come funziona.
Un interessante studio, effettuato da ricercatori della University of Texas Health Science Center di San Antonio, insieme ad un team di specialisti di cinque Paesi tra cui anche italiani, ha misurato quella che viene definita resilienza immunitarie.
Lo studio, pubblicato poi anche su Nature Communications, ci fa capire meglio il ruolo delle difese immunitarie, che mutano nel corso della vita.
Nell’organismo abbiamo un sistema molto efficiente di difesa, che ci aiuta a sconfiggere le malattie; questo sistema non è ovviamente “immobile” ma cambia, si trasforma e si ri-forma. Lo studio che l’ha “misurato” ha anche confermato il perché alcune persone riescono a vivere più a lungo e in salute.
Riuscire ad approfondire le ricerche sulla resilienza del nostro sistema immunitario può essere utile anche a non intervenire solamente quando la malattia è in atto.
Inoltre si potrà comprendere meglio come una persona reagisce ad un trattamento farmacologico e se ha maggiori o minori possibilità future di riammalarsi.
Cos’è la resilienza immunitaria e chi sono i soggetti in cui funziona meglio
In alcuni popoli si osserva, da generazioni intere, che le donne vivono più a lungo degli uomini. Si tratta ovviamente di una generalizzazione, ma non è detto che in determinate credenze non vi siano anche delle verità.
Nello studio appena pubblicato sulla resilienza immunitaria emerge infatti che le donne hanno una funzionalità più ottimale di determinati meccanismi. Tra l’altro anche indipendentemente dall’età.
Ciò significa che anche in età avanzata il loro organismo è in grado di ristabilire un corretto funzionamento delle difese, e dunque vivere più a lungo.
I ricercatori sono arrivati alla suddetta e ad altre conclusioni vagliando tantissimi dati: studi fatti sia su animali che su esseri umani (con 50 mila persone arruolate) e soprattutto sul funzionamento delle cellule T Cd8+ e Cd4+, e delle predisposizioni genetiche ai meccanismi che regolano le difese immunitarie.
I risultati sono stati molto chiari: i soggetti che avevano una buona resilienza immunitaria si sono rivelati più “protetti” contro alcune malattie, come l’influenza, il Covid, l’HIV, infezioni gravi e persino alcuni tipi di recidiva del cancro.
Come accennato poco sopra, sembra proprio che nelle donne la resilienza immunitaria sia più efficace rispetto ai maschi.
Per i non addetti ai lavori alcuni concetti possono sembrare complicati, ma da questo studio si evince come oggi la Ricerca abbia un approccio nuovo verso la malattia. Non soltanto, dunque, il voler cercare un modo per curare le patologie o prevenirle, ma anche quello di studiare il comportamento dell’organismo in modo da ideare nuove strategie di prevenzione e cura di alcuni mali che affliggono la nostra società.