Per pagare i debiti con il Fisco il contribuente può fruire della rottamazione delle cartelle esattoriali. Scopriamo le novità.
La rottamazione delle cartelle esattoriali (rottamazione quater) rientra nel pacchetto di misure previste dalla legge di Bilancio 2023, ovvero nella nuova tregua (o pace) fiscale. I beneficiari potranno pagare i debiti contratti con il Fisco in un’unica soluzione oppure in 18 rate.
L’importo comprenderà il capitale dovuto, le spese esecutive, i diritti di notifica; invece, non dovranno essere versati gli interessi, le sanzioni, la mora per ritardi e nemmeno il cosiddetto aggio. Attenzione: per aderire alla rottamazione quater è necessario che il contribuente faccia una apposita domanda. Invece, niente domanda per lo stralcio delle cartelle fino a 1.000 euro che sono eliminate in automatico.
Però, molti contribuenti commettono l’errore di pensare che la rottamazione sia destinata solo alle cartelle non pagate. In realtà, non è così: scopriamo il perché.
Rottamazione solo per cartelle non pagate? Commettono un errore i contribuenti che la pensano così
L’Agenzia delle Entrate chiarisce un punto fondamentale: la rottamazione quater può comprende anche le cartelle fiscali sulle quali è già in corso una rateizzazione. Ciò significa che, se si presenta la domanda di adesione alla rottamazione quater per tali cartelle, saranno sospesi i pagamenti fino al 31 ottobre 2023.
Questa è la data entro la quale dovrà essere perfezionata la definizione agevolata; si tratta di una proroga perché in precedenza scadeva il 31 luglio 2023. Quindi, non si tratta di una esclusione dal pagamento delle cartelle fiscali ma di una nuova rottamazione dei debiti residui.
Poi, l’Agenzia delle Entrate, entro il 30 settembre 2023, comunicherà al contribuente se la domanda per aderire alla rottamazione è stata accolta oppure non è stata accolta.
Nel primo caso, il contribuente dovrà pagare le cartelle in base alle nuove scadenze con la prima rata (o unica rata) entro il 31 ottobre 2023. Però, se le cartelle saranno rateizzate di nuovo, le scadenze successive avranno date differenti con cadenza trimestrale. Inoltre, se non si rispetta la scadenza dopo quella di ottobre la rottamazione decade in maniera definitiva.
Nel secondo caso, ovvero se la domanda è rigettata, il contribuente dovrà riprendere il vecchio piano di rateizzazione e proseguire con le scadenze indicate in precedenza.