Non pagare, in alcuni casi, le tasse e continuare a restare in regola con lo Stato è possibile. In pochi lo sanno.
Buone notizie per molti contribuenti: non pagare, in modo del tutto lecito, alcune tasse e continuare ad essere in regola con lo Stato è possibile. Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
L’evasione fiscale si rivela essere uno dei principali problemi della nostra società. Tali comportamenti, infatti, pesano sul bilancio dello Stato e di conseguenza sulle nostre tasche, dato che con le tasse che paghiamo contribuiamo all’erogazione dei vari sussidi e servizi pubblici.
Ma cosa pensereste se vi dicessimo che vi sono alcuni casi in cui è possibile non pagare le tasse e continuare a restare in regolare con lo Stato? Ebbene sì, è proprio così. Entriamo quindi nei dettagli per vedere come fare e tutto quello che c’è da sapere in merito.
Tasse, non pagare ed essere in regola con lo Stato è possibile: ecco come
Non pagare le tasse e continuare ad essere in regola con lo Stato è possibile. Innanzitutto lo stesso Stato provvede spesso ad indire delle sanatorie per andare incontro alle esigenze dei contribuenti. Ma non solo, è possibile evitare di dover fare i conti con pignoramenti e ipoteche semplicemente chiedendo la dilazione dei pagamenti. Come si legge sul sito dell’Agenzia delle Entrate, ad esempio:
“La rateizzazione della cartella di pagamento può essere richiesta in presenza di una temporanea situazione di obiettiva difficoltà ad adempiere mediante apposita istanza presentata all’Agente della riscossione. Se l’importo del debito è superiore a 60.000 euro occorre documentare la temporanea situazione di obiettiva difficoltà. […] La rateazione del pagamento può essere concessa fino ad un massimo di 72 rate mensili. In caso di grave e comprovata situazione di difficoltà non imputabile al debitore, legata alla congiuntura economica, la dilazione può essere concessa fino a un massimo di 120 rate mensili”.
Tasse, non pagare ed essere in regola con lo Stato è possibile: ipoteca, pignoramento e prescrizione
In caso di debiti pregressi, inoltre, è bene sapere che non è possibile ipotecare la casa se il debito è inferiore a 20 mila euro. Ma non solo, non si può pignorare la casa se il debito complessivamente accumulato è inferiore a 120 mila euro e la somma di tutti gli immobili di proprietà è a sua volta inferiore a 120 mila euro.
Nel caso in cui il debito erariale sia superiore a 120 mila euro, invece, l’agente di riscossione può pignorare la casa di proprietà del debitore. Quest’ultima non può essere mai pignorata, invece, se si tratta dell’unico immobile di proprietà del debitore. Il tutto a patto che non si tratti di un immobile di lusso. Tra i casi in cui è possibile restare in regola con lo Stato anche quando non sono stati effettuati i pagamenti delle tasse si annovera la prescrizione.
Entrando nei dettagli ricordiamo che i tempi di prescrizione di una cartella esattoriale dell’Agenzia delle entrate possono andare da tre a dieci anni. In particolare la prescrizione avviene dopo tre anni per il bollo auto. Si passa a cinque anni, invece, per quanto concerne Imu, Tasi e Tari. Ma non solo, anche contributi Inps, Inail, contravvenzioni stradali e sanzioni amministrative. La prescrizione ha luogo dopo dieci anni, invece, per i tributi statali, quali Irpef, Iva, Ires, Irap e imposta di bollo.