Opzione Donna consente l’uscita anticipata dal mondo lavorativo. Ma comporta delle conseguenze negative sul TFR?
Opzione Donna è una forma di pensionamento attiva dal 2019 e, finora, rinnovata ogni anno senza modifiche.
La Legge di Bilancio 2023 ne ha prorogato la validitĂ per un altro anno, consentendo ad alcune categorie di contribuenti di smettere di lavorare prima del compimento dei 67 anni di etĂ .
Allo stesso tempo, l’art. 1, comma 292, ha introdotto delle limitazioni molto importanti. L’INPS, attraverso la Circolare n. 25 del 6 marzo 2023, poi, ha specificato quali sono i nuovi presupposti.
Vediamo cosa cambia per le lavoratrici e che incidenza ha la pensione anticipata sul TFR o TFS.
Opzione Donna: cosa è cambiato per il 2023?
In base a quando previsto dall’ultima Legge di Bilancio, non tutte le contribuenti potranno godere dei vantaggi della misura, ma solo a coloro che appartengono ad una delle seguenti categorie:
- invalidi civili almeno al 74%;
- caregivers, da almeno 6 mesi, del coniuge o di un familiare entro il secondo grado disabile grave, ai sensi dell’art. 3, comma 3, della Legge 104 del 1992;
- licenziate o dipendenti di aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero.
Sono, poi, richiesti un requisito anagrafico e uno contributivo. In particolare, servono almeno 60 anni di etĂ e 35 anni di contribuzione.
Ăˆ, tuttavia, previsto uno sconto per le contribuenti che possiedono dei figli. Possono, infatti, beneficiare della pensione anticipata a 59 anni coloro che hanno un solo figlio e a 58 anni coloro che hanno 2 o piĂ¹ figli. Per le lavoratrici licenziate o dipendenti da aziende in crisi, sono richiesti 58 anni di etĂ indipendentemente dal numero dei figli.
Per smettere di lavorare con Opzione Donna, tutte le condizioni richieste dovevano essere maturate entro il 31 dicembre 2022.
In base al principio della cristallizzazione del diritto, tuttavia, le lavoratrici hanno la facoltĂ di esercitare il diritto alla pensione anche in un secondo momento.
Opzione Donna: in che modo presentare la domanda
Dalla data di maturazione dei requisiti anagrafici e contributivi, le lavoratrici possono ricevere la prima rata della pensione solo dopo il decorso delle cd. finestre mobili. In particolare, le lavoratrici dipendenti devono aspettare 12 mesi dalla data di raggiungimento dei presupposti richiesti, mentre le lavoratrici autonome devono attendere 18 mesi.
La domanda per la concessione della prestazione pensionistica puĂ² essere inviata telematicamente sul sito ufficiale dell’INPS, accessibile tramite le credenziali digitali SPID, CIE o CNS. In alternativa, ci si puĂ² rivolgere al Contact Center oppure richiedere l’assistenza di un Patronato.
Alla richiesta va allegata tutta la certificazione necessaria per attestare la propria condizione.
Pensione anticipata e calcolo del TFR
Quali sono gli effetti di Opzione Donna sul TFR? Oltre all’assegno pensionistico, anche tale somma subisce una penalizzazione?
Per rispondere a tale quesito, bisogna prendere in considerazione il sistema di calcolo usato per la determinazione del Trattamento di Fine Rapporto (o di Fine Servizio, per i lavoratori pubblici).
La circostanza che l’assegno spettante in seguito a pensionamento con Opzione Donna venga calcolato con il contributivo puro (che prevede una penalizzazione) non influisce sul TFR o sul TFS. La determinazione della liquidazione, infatti, avviene secondo le norme ordinarie.