Cosa accadrà dopo Quota 103? Il 31 dicembre 2023 la misura scadrà e i lavoratori si interrogano su quale sarà il futuro.
La Riforma delle Pensioni tarda ad arrivare e ci sono dubbi su una sua realizzazione nel 2024.
La questione “pensioni” è stata affrontata oggi 26 giugno nel confronto tra Governo e sindacati. I cittadini attendono da mesi e mese una Riforma delle Pensioni che modifichi l’attuale sistema pensionistico e introduca scivoli flessibili e strutturali. L’idea condivisa è ampliare la platea di beneficiari di Quota 41 a tutti i lavoratori che matureranno 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica.
Un’ipotesi che i cittadini non disdegnano ma il problema sono le risorse dello Stato. Sembrerebbe, infatti, che non ci siano le risorse sufficienti per garantire Quota 41 a tutti. Molti milioni di euro sono stati destinati ad altri interventi urgenti e la modifica del sistema pensionistico è passata in secondo piano. Quali saranno le conclusioni dell’incontro di oggi? I sindacati vorrebbero accelerare su diverse questioni ma non è detto che sia possibile.
Quota 103, cosa accadrà nel 2024 dopo la sua scadenza
La Riforma è richiesta a gran voce perché mirerebbe a cancellare la Riforma Fornero, odiata dai lavoratori. I cittadini hanno avuto pazienza nel 2022 quando la questione “pensioni” è stata accantonata a causa della guerra in Ucraina prima e del cambio di governo poi. Ma ora è il momento di agire. Servono scivoli flessibili che permettano ai lavoratori di andare in pensione senza grossi tagli sull’assegno e senza aspettare i 67 anni di età.
Per un cambiamento, però, servono risorse che non ci sono. Quota 41 per tutti è già stata esclusa – per il momento – dai progetti del Governo. Verrà probabilmente ripresa in futuro ma, per ora, l’ipotesi più plausibile è che verrà messa in atto una proroga di Quota 103.
La misura permette il pensionamento a 62 anni di età con 41 anni di contributi maturati. La sostenibilità è maggiore rispetto a Quota 41, ecco perché si pensa che il 2024 potrebbe consentire ancora di andare in pensione con lo scivolo in scadenza il 31 dicembre 2023. Non si tratta certo della soluzione in cui speravano i lavoratori ma di una decisione “tappabuchi” in attesa della vera Riforma delle pensioni. Tale Riforma deve mirare a favorire il ricambio generazionale, ideare una misura per le lavoratrici migliore di Opzione Donna (anche questa in scadenza a fine anno), incentivare i cittadini a costruire la pensione futura con l’iscrizione a Fondi appositi, ideare pensioni di garanzia per i lavori gravosi.
Insomma, tanti progetti per un sistema pensionistico migliore che al momento non sono tutti attuabili. Vediamo cosa esce fuori dal tavolo di lavoro iniziato oggi per cercare di capire quale sarà il futuro per i lavoratori.