I contributi figurativi servono per la maturazione del diritto e della misura della pensione. Questo vale anche per i titolari di Legge 104?
I lavoratori dipendenti disabili gravi hanno diritto a 3 giorni di permesso retribuito al mese, frazionabili anche a ore. Tale diritto spetta anche ai loro caregivers, che possono richiedere anche 2 anni di congedo straordinario.
Per entrambi i periodi di assenza dal lavoro stabiliti dalla Legge 104, spetta il versamento dei contributi figurativi da parte del datore di lavoro.
Ma che incidenza ha il possesso della Legge 104 su tali contributi? Analizziamo la normativa e scopriamolo.
Legge 104: che influenza ha sui contributi figurativi?
Sia per i permessi 104 sia per il congedo straordinario biennale si ha diritto all’accredito dei contributi figurativi. In tal senso, dunque, la Legge 104 non costituisce un ostacolo.
La contribuzione figurativa è utile sia per il diritto sia per la determinazione dell’ammontare dell’assegno pensionistico. Viene, dunque, calcolata nel montante contributivo e può essere un mezzo per beneficiare della pensione in anticipo.
I contributi figurativi vengono pagati durante il periodo in cui l’attività lavorativa è sospesa, perché il disabile grave deve sottoporsi a cure o terapie oppure perché il caregiver deve prestare assistenza ad un proprio familiare. Si aggiungono ai versamenti obbligatori e consentono al lavoratore non solo di accedere al pensionamento con maggiore facilità ma anche di ottenere un assegno di ammontare maggiore.
Contributi figurativi e congedo straordinario: in alcuni casi si percepisce una retribuzione inferiore
Il peso dei contributi figurati dipende anche dalla tipologia di tale contribuzione che viene accreditata e dalla categoria alla quale appartiene il beneficiario delle agevolazioni previste dalla Legge 104. In linea di massima, però, non comportano una riduzione della cifra dell’assegno pensionistico (nella maggior parte dei casi lo aumentano).
C’è, tuttavia, un’ipotesi particolare, che riguarda coloro che usufruiscono del congedo straordinario biennale. Durante il periodo di assenza, a tali lavoratori è riconosciuta un’indennità pari al 100% della retribuzione ordinaria, fino ad una soglia massima di 40.366 euro (cioè 110,59 euro al giorno).
Su tale importo si applicano i contributi figurativi al 33% dello stipendio totale.
L’ammontare massimo di tale tipologia di contribuzione non può superare i 13.320,65 euro annui, per il 2023.
Di conseguenza, sommando la retribuzione spettante e i contributi figurativi, il dipendente può raggiungere non più di 53.686,65 euro.
Gli stipendi che superano tali soglie reddituali ricevono una riduzione anche della contribuzione, andando a percepire un assegno pensionistico di circa 40 euro lordi al mese in meno. Nessun problema, invece, per chi ha una busta paga che rispetta i parametri legali.
Accredito contributi figurativi: non solo Legge 104, tutti i casi in cui sono ammessi
La contribuzione figurativa non è versata solo ai titolari di Legge 104. Viene, infatti, riconosciuta anche nelle seguenti ipotesi:
- durante lo svolgimento del servizio civile;
- per i riposi giornalieri;
- durante la maternità al di fuori del rapporto lavorativo;
- per il congedo parentale;
- durante il congedo per la malattia del figlio;
- per le assenze retribuite per malattia o infortunio;
- durante i periodi di aspettativa per ricoprire cariche sindacali o altre cariche elettive;
- nei periodi di Cassa Integrazione;
- per i contratti di solidarietà ;
- relativamente ai progetti di lavoro socialmente utili;
- per i percettori di indennità di mobilità e indennità di disoccupazione (ASPI e NASPI);
- durante il periodo di assistenza antitubercolare a carico dell’INPS.