Le persone autistiche possono beneficiare a livello emotivo di un’alimentazione dedicata? Secondo gli esperti, sì. Ecco le ultime novità.
Attualmente è in essere un progetto specifico, chiamato “Food-Aut” che mira a migliorare il benessere psicologico di persone che hanno ricevuto una diagnosi di Asd (sindrome da spettro autistico) utilizzando anche l’alimentazione.
Che una dieta sana favorisca il benessere del corpo lo sappiamo da tempo, ma anche che mangiare determinati cibi in particolari circostanze faccia bene anche all’umore.
Alcuni scienziati però sono andati oltre e si sono chiesti se cambiare il regime alimentare di alcune tipologie di pazienti potesse migliorare la loro salute (anche) emotiva.
Il progetto “Food-Aut” nasce proprio con questo intento, ed è coordinato dal laboratorio di Dietetica e nutrizione clinica dell’Università di Pavia, con una collaborazione con l’Accademia Pellegrini, e con la Fondazione Sacra Famiglia Onlus. Andiamo a scoprire più nel dettaglio di cosa si tratta e quali sono i risultati raggiunti finora.
Il progetto di una dieta mirata per le persone autistiche, ecco come funziona e quali sono i benefici ottenuti
Lo studio che è stato condotto ci offre una visione molto interessante di come l’alimentazione possa giocare un ruolo fondamentale nel benessere del corpo ma anche della mente.
Le persone affette dalle varie forme di sindrome da spettro autistico hanno varia sintomatologia comportamentale, ma sono legate da alcuni fattori in comune, ovvero una diversa sensibilità agli stimoli esterni. Gusto, olfatto, udito, insomma, lavorano in maniera diversa e dunque è presumibile che anche il rapporto col cibo funzioni in maniera differente nei soggetti autistici.
Il team di esperti ha ideato dei menù proprio valutando – oltre alla qualità nutrizionale ovviamente – aspetti come la colorazione dei cibi, l’intensità o meno di odore/sapore, e anche la temperatura della portata servita, nonché il nome della ricetta stessa.
Le persone che sono state sottoposte ai test hanno reagito secondo quanto ipotizzato dalla letteratura scientifica in merito alla risposta sensoriale. Il cibo preferito infatti “corrisponde” all’interazione delle persone affette da sindrome da spettro autistico con ciò che vivono intorno a loro.
I cibi più graditi sono stati ad esempio gli alimenti dai colori chiari e combinazioni di cibi dalle tonalità omogenee; il formato della pasta è stato apprezzato maggiormente se corto; le verdure verdi sono state preferite a quelle di colore arancione.
Per quanto riguarda invece le consistenze, i soggetti hanno preferito quelle cremose o semiliquide e la frutta a pezzi. Gli esperti hanno notato una generale reticenza verso sapori forti o speziati, idem per quanto riguarda gli odori.
I primi risultati, quindi, ci indicano che modificando un menù è possibile aumentare il benessere psico-fisico dei soggetti affetti da Asd. Inoltre danno preziosi input ai caregiver e a chi si occupa dei malati.
Gli esperti sono entusiasti e mirano ad estendere la pratica anche a soggetti di età inferiore rispetto a quelli che hanno partecipato recentemente, come ragazzi e bambini. Se gli esiti continueranno ad essere soddisfacenti si potrà andare addirittura verso la creazione di un modello di riferimento a livello nazionale.