Vista annebbiata? Potrebbe essere distrofia di Fuchs | 7 fattori di rischio a cui non pensi

A volte possiamo avere la vista annebbiata per la stanchezza o le troppe ore passate al pc, ma potrebbe trattarsi anche di una malattia ereditaria.

La salute degli occhi è spesso sottovalutata, fino a quando non compaiono sintomi importanti e si corre dal medico. La malattia di Fuchs non sempre dà avvertimenti evidenti, ed è bene conoscerla meglio per limitare i fattori di rischio.

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La vista annebbiata è un sintomo da non sottovalutare

Alcune disturbi agli occhi si manifestano in maniera più frequente ad una certa età; anche la distrofia di Fuchs può colpire soprattutto i soggetti over 50, ma esistono anche alcune condizioni che possono facilitarne l’insorgere.

Gli esperti ricordano che questa patologia è per la maggior parte delle volte ereditaria, è progressiva, e colpisce la cornea. Andiamo a scoprire nel dettaglio di cosa si tratta, come riconoscerla e prevenirla.

Attenzione alla vista annebbiata, soprattutto se il disagio è maggiore di mattina

La malattia di Fuchs coinvolge le cellule endoteliali, che sono a contatto con l’umor acqueo; questo fluido assolve a numerose funzioni dell’occhio e ne garantisce il benessere e l’efficienza della vista.

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È preferibile fare controlli regolari dall’oculista – InformazioneOggi.it

La malattia fa sì che le cellule endoteliali muoiano progressivamente, e non riescano più ad eliminare proprio il fluido sopra citato. La cornea diventa sempre più spessa e la vista ne risente, dando il sintomo di offuscamento.

La sintomatologia, però, si divide in due fasi, e dunque il soggetto può pensare di avere un disturbo passeggero. Inizialmente, si avverte il disagio della vista offuscata soprattutto al mattino – perché durante la notte c’è un accumulo maggiore di umor acqueo – ma poi il problema persiste per tutta la giornata.

Durante la progressione della malattia, compaiono altri sintomi: si possono vedere degli aloni intorno alle luci oppure avere più sensibilità alla stessa e sentirsi più frequentemente abbagliati. A volte si formano persino delle vescicolette nella superficie della cornea.

Quali sono i fattori di rischio a cui prestare attenzione

Gli scienziati non hanno ancora individuato le cause precise dell’insorgere della distrofia di Fuchs ma ipotizzano che la componente ereditaria e genetica svolga un ruolo molto importante.

Altre cause che possono innescare la patologia comprendono svariate situazioni, che sono maggiormente controllabili, come ad esempio:

  • il Fumo: le persone che fumano corrono maggiori rischi di subire danni alle cellule endoteliali della cornea e oltre alla malattia di Fuchs possono comparire precocemente cataratte e glaucomi;
  • l’esposizione al sole è considerato un altro fattore di rischio: i raggi UV possono infiammare la cornea e innescare la malattia di Fuchs;
  • traumi agli occhi: interventi chirurgici o traumi possono favorire l’insorgere della patologia degenerativa;
  • Anche un uso continuativo e di lenti a contatto rientra tra le possibili concause della distrofia, perché aumenta i rischio di infiammazione della cornea e lo scambio dell’umor acqueo.
  • Fattori come l’ereditarietà e anche il sesso di appartenenza (la malattia si manifesta maggiormente nelle donne) sono invece non controllabili. Idem per quanto riguarda l’età: gli esperti hanno individuato nelle fasce di popolazione che hanno tra i 50 e i 60 anni i soggetti più a rischio, anche se non è escluso che la malattia possa avere un esordio più precoce.

La malattia, come abbiamo detto, è progressiva ma inizialmente può dare pochissimi segnali. In alcuni casi si ha una diagnosi anche dopo un decennio dall’inizio della stessa, poiché non si avvertono subito disagi gravi.

Il consiglio è dunque quello di sottoporsi regolarmente a delle visite oculistiche, così da individuare in tempo l’esordio di una eventuale patologia.

(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)

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