Questione Netflix, le cose non vanno certo come dovrebbero andare. Alcune associazioni vogliono che sia fatta chiarezza.
Al giorno d’oggi le piattaforme streaming in qualche modo, si potrebbe dire sorreggono il mondo. Non c’è cittadino che non sia caduto almeno una volta nella tentazione di affidarsi a questa specifica tecnologia per arrivare ai titoli del momento nel settore cinematografico e non solo.
Negli ultimi anni, se cosi possiamo affermare, c’è stata una vera e propria corsa allo streaming. Qualcosa che nel tempo è diventata una vera e propria necessità . Il tutto considerando anche la parallela esplosione definitiva di alcune piattaforme, Netflix su tutte.
In questo caso ci troviamo di fronte, in qualche modo, a quella che per molti motivi ha fatto forse da apripista per tutte le altre. Proprio Netflix, però, di recente sta facendo molto discutere i suoi utenti per alcune decisioni che in qualche modo fanno storcere il naso agli appassionati.
In alcuni casi, parliamo delle azioni delle associazioni di consumatori Altroconsumo e Euroconsumers, network che comprende ben cinque organizzazioni di consumatori, si è andati anche oltre. Le due grandi realtà dei associazionistiche hanno infatti segnalato Netflix all’Antitrust. Il motivo è molto semplice. In sede promozionale e non solo, l’abbonamento più conveniente e senza pubblicità è praticamente nascosto agli stessi consumatori.
Netflix, qualcosa non torna: le ragioni di Altroconsumo
L’associazione Altroconsumo ha cosi voluto chiarire quali sono stati i motivi pratici, nei dettagli, a spingere nei confronti della denunzia all’Antitrust del comportamento ritenuto scorretto della piattaforma Netflix:
“Tra i pacchetti della piattaforma digitale che non prevedono la pubblicità , al momento in cui scriviamo, l’abbonamento Basic è quello più economico: 7,99 euro al mese. Peccato però che, per come è impostata la pagina di sottoscrizione del sito di Netflix, trovarlo non sia per niente facile. Anzi, il sito lascia intendere che l’utente che vuole evitare la presenza di contenuti pubblicitari debba sottoscrivere un abbonamento Standard da 12,99 euro al mese”.
C’è questo, insomma, alla base delle motivazioni che hanno spinto Altroconsumoe Euroconsumers a segnalare all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Netflix. Azione che chiede di conseguenza uno specifico intervento.
“Questa omissione informativa – spiega ancora Altroconsumo – è idonea a spingere i consumatori, che sono interessati a un abbonamento senza contenuti pubblicitari, a sottoscrivere un’offerta più costosa. Più impegnativa economicamente di quella a cui accederebbero se fossero fornite loro tutte le informazioni del caso. Riteniamo che la piena trasparenza tariffaria sia un elemento fondamentale per evitare che il consumatore paghi di più. Il tutto, per non essere stato messo nelle condizioni di conoscere subito tutti i differenti piani tariffari”.
“La progettazione di un’interfaccia di un sito – conclude l’associazione – non deve essere idonea a falsare le decisioni di natura commerciale dei consumatori, attraverso l’utilizzo ad esempio di dark pattern vale a dire l’occultamento visivo di informazioni importanti o il loro ordinamento in modo da promuovere un’opzione specifica“.
Tutto molto chiaro insomma. I consumatori a questo punto attendono una netta risposta da parte dell’Antitrust. ll tutto nell’interesse degli utenti che al momento hanno intenzione di sottoscrivere un abbonamento e non solo. La trasparenza dovrebbe essere alla base del metodo comunicativo di ogni grande azienda. Netflix ha cura di questo particolare dettaglio?