Ci si può recare al mare anche se si sta beneficiando dei permessi 104? La giurisprudenza stabilisce regole ferree per disabili e caregivers.
I lavoratori disabili e i familiari che prestano assistenza ad un disabile grave godono di una serie di agevolazioni in ambito lavorativo, come i permessi 104 e il congedo straordinario biennale.
Tali benefici devono essere utilizzati nel rispetto delle regole, perché il loro abuso può avere conseguenze molto gravi e può portare anche al licenziamento per giusta causa.
Cosa succede se il lavoratore disabile usufruisce dei permessi 104 per trascorrere una giornata al mare? Diversamente da quanto si possa pensare, è assolutamente lecito tale utilizzo dei permessi da parte dei dipendenti disabili. Lo scopo della misura, infatti, è di permettere ai lavoratori di riposarsi per qualche ora, perché, a causa dell’invalidità posseduta, l’attività lavorativa risulta sicuramente più faticosa.
Per questo motivo, ogni attività compiuta dai lavoratori disabili durante il periodo di assenza previsto dalla Legge 104 è legittima. Si può, quindi, anche andare al mare.
Il discorso, invece, è differente se i permessi 104 vengono utilizzati dai caregivers di disabili gravi. Per quale motivo? Scopriamolo.
Permessi 104 per caregivers: come vanno sfruttati?
Per i lavoratori che prestano assistenza a disabili gravi le regole per la fruizione delle agevolazioni stabilite dalla Legge 104 sono più specifiche.
In questo caso, lo scopo della misura è quello di garantire al disabile grave cura e assistenza continua. Se, quindi, il caregiver si allontana e va al mare, abbandona il disabile e può essere denunciato o licenziato per giusta causa.
Il datore di lavoro, inoltre, può disporre tutti controlli del caso, per verificare che il dipendente faccia buon uso dei permessi 104.
C’è, tuttavia, un’eccezione al divieto del caregiver di andare al mare durante la fruizione dei permessi 104.
Se, infatti, la giornata di mare è organizzata per concedere dello svago al disabile o per motivi terapeutici, allora non si rischia nulla. Anche passare del tempo insieme in spiaggia rientra nell’attività di cura.
Sanzioni severissime per chi abusa delle agevolazioni
A stabilire le regole appena evidenziate non è la Legge n. 104 del 1992, che non contiene indicazioni al riguardo.
È stato il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (con l’interpello n. 30/2010) e, poi, la Corte di Cassazione che hanno chiarito cosa è legittimo fare quando si richiedono i permessi 104 e cosa, invece, costituisce illecito.
Un parere del Servizio Superabile INAIL del 2017 ha denunciato la mancanza di precisi riferimenti nella normativa e sottolineato che è un diritto del dipendente riposarsi mentre sta usufruendo dei permessi o del congedo biennale.
C’è, tuttavia, enorme differenza tra l’assenza temporanea e un’assenza prolungata, che è del tutto incompatibile con il dovere di assistenza.
In questi casi può scattare la denuncia oppure il licenziamento per giusta causa, perché si sta fruendo di un beneficio assicurato dallo Stato ed erogato dall’INPS.
Si rischia la denuncia per truffa aggravata nei confronti dello Stato (ai sensi di una pronuncia della Cassazione del 2016), perché il trasgressore non sta rispettando dei diritti fondamentali.
Ma un abuso nella fruizione dei permessi 104 pregiudica anche l’organizzazione dell’attività produttiva aziendale. Per questo motivo, è prevista la sanzione del licenziamento, in seguito a comportamenti “gravemente lesivi degli interessi aziendali”.
In conclusione, i lavoratori disabili possono andare al mare anche mentre beneficiano dei permessi 104, senza rischiare di essere denunciati oppure licenziati.
I caregivers, invece, possono recarsi al mare soltanto se il malato da assistere si sposta con loro e, dunque, non viene abbandonato.