Una novità che riguarda una specifica tipologia di attività commerciale. Nel nostro paese torna quindi l’obbligo anche in quel contesto.
Nel nostro paese, il Pos è stato protagonista assoluto del dibattito pubblico nei mesi passati. Un tema che ha praticamente spaccato in due l’Italia tra sostenitori o meno del pagamento elettronico. Le disposizioni in merito del Governo Meloni, hanno indispettito non poco, per l’appunto milioni di cittadini. Oggi l’argomento torna centrale con una decisione che impone l’obbligo di Pos nelle tabaccherie italiane. Il tutto arriva con una specifica disposizione.
Niente più esenzione in merito all’obbligo di Pos per le tabaccherie italiane. Il provvedimento precedente insomma non sarà rinnovato. Tutto torna in qualche modo in equilibrio per certi versi. A questo punto è probabile che il dibattito pubblico in merito possa ripresentarsi.
L’agenzia delle Dogane e dei Monopoli torna in qualche modo sui suoi passi rispetto a quanto stabilito in precedenza. Il tutto, al momento prevede, quindi l’annullamento dell’esonero per i titolari di tabaccherie, nel nostro paese, rispetto al possesso del Pos per tutti i pagamenti del caso.
Il tutto, nello specifico, riguarderà la vendita tabacchi, francobolli e bolli. La decisione in merito è stata presa dal direttore Roberto Alesse. Il provvedimento, di fatto annulla la disposizione precedente dell’ottobre 2022 di Marcello Minenna.
A questo punto c’è da capire cosa potrebbe accadere qualora tale disposizione non venisse rispettata dagli stessi esercenti nello specifico settore. In merito alla questione era già prevista una specifica sanzione che a questo punto torna più che mai d’attualità.
Pos obbligatorio, la novità che riguarda una specifica attività: la possibile sanzione
Non rispettando la disposizione in questione si andrebbe a questo punto verso uno scenario che prevede addirittura una doppia sanzione per i tabaccai. Il tutto si rifà alle regole in vigore dal 30 giugno 2022. Regole sulle quali il Governo non è più intervenuto nonostante la volontà mostrata successivamente.
La sanzione in questione è considerata su una quota fissa di 30 euro più il 4% del valore della transazione stessa per chi non accetta di fornire l’alternativa del pagamento con Pos. La stessa disposizione citata, tra l’altro chiarisce le motivazioni che hanno portato alla decisione specifica:
“Il tutto si rifà al crescente effettivo impiego e l’evoluzione dell’offerta degli strumenti di pagamento elettronico, oggetto di innovative politiche commerciali ed iniziative di settore in continua evoluzione, trattandosi di mercato particolarmente dinamico, anche dal punto di vista delle tecnologie impiegate e degli attori. Occorre rivalutare la questione in relazione alle condizioni ad oggi offerte dagli intermediari bancari e finanziari per l’erogazione del servizio”.
Tutto abbastanza chiaro insomma ponendo l’attenzione anche sulla questione che più di tutte spesso causa il dissentire dei titolari di specifiche attività commerciale. Parliamo delle alte commissioni bancarie alle quali sono sottoposte le stesse transazioni. Commissioni chiaramente a carico degli esercenti. Un punto in un certo senso oscuro della situazione visto che lo stesso Governo non è ancora riuscito ad intervenire rispetto a questo particolare elemento.
Si attendono insomma nuove decisioni in merito alla questione, per evitare che la situazione porti specifici svantaggi a precise categorie professionali.