Mai come in questo momento storico la salute del cuore è a rischio; possiamo diminuire le cause conoscendo i comportamenti corretti e dimenticando le “leggende metropolitane”.
Come in moltissimi ambiti, le credenze popolari e le leggende metropolitane sono diffuse anche riguardo alla salute del cuore. Scopriamole per adottare i comportamenti giusti e migliorare il benessere generale, a tutte le età.
Le malattie cardiovascolari sono sempre esistite, ma secondo i dati dell’OMS oggi causano il decesso di almeno 17 milioni di persone all’anno, in tutti i Paesi del mondo.
Significa che la Ricerca può e deve ancora fare molto per salvare più vite umane, ma anche che le persone stesse debbono contribuire attivamente.
Ovviamente seguendo uno stile di vita sano facciamo già molto per la nostra salute generale. Andando a fare screening regolarmente, poi, si può individuare una malattia nella sua fase iniziale e dunque curarla meglio. Oltre a chiedere al proprio medico curante, che è senza dubbio il metodo migliore, possiamo anche informarci e soprattutto capire che alcune convinzioni sono errate. Andiamo a scoprirle tutte.
Salute del cuore, ecco i miti da sfatare e le convinzioni popolari che allontanano da una corretta prevenzione
Negli ultimi anni le malattie a carico dell’apparato cardiovascolare sono aumentate, e per la maggior parte delle volte sarebbero evitabili.
Fattori di rischio come l’obesità, la sedentarietà e il fumo, ad esempio, potrebbero essere ridotti significativamente. Inoltre esistono alcune convinzioni popolari che allontanano le persone dai comportamenti corretti. Andiamo ad esplorarle.
- I problemi al cuore vengono solamente agli uomini e/o agli anziani. Purtroppo non è così, e anzi anche nelle donne è aumentata l’incidenza di malattie cardiovascolari. Questa “falsa verità” deriva da fatto che le donne, grazie agli estrogeni, hanno una protezione in più, ma questo non le esclude del tutto dalla platea di soggetti che si ammalano.
- Il dolore al petto è sintomo di un inevitabile infarto. Questa credenza è molto diffusa ma non è vera al 100%; infatti in fase di eventi come l’arresto cardiaco qualcuno può avvertire un forte dolore al petto, ma esistono altri sintomi come fitte alla schiena, al collo o alle braccia. Inoltre un forte dolore al petto può essere causato da altri disturbi, mentre durate un infarto è spesso accompagnato da nausea, sudorazione “fredda” o eccesiva, difficoltà respiratorie e palpitazioni.
- Non è vero che uno spavento può causare l’infarto. Questo purtroppo è un altro mito da sfatare. In alcuni casi, soprattutto se il soggetto è predisposto, uno spavento, una lite furiosa o un evento molto stressante possono innescare l’arresto cardiaco.
- Con gli integratori di Omega-3 si protegge la salute del cuore. Sicuramente gli Omega-3 sono sostanze benefiche per l’organismo e possono aiutare a prevenire le malattie coronariche, ma gli esperti sostengono che dovremmo apportarle tramite un’alimentazione equilibrata e non con gli integratori.
- L’olio di cocco è un’ottima alternativa a quello extra vergine di oliva. Anche in questo caso gli esperti ricordano che l’olio di cocco è san e contribuisce a equilibrare il colesterolo “buono”, contrastando l’aumento di quello “cattivo”. È anche vero però che l’olio di cocco contiene troppi grassi saturi, di 4 volte superiori al burro, e dunque è sempre preferibile l’olio evo.
- Chi ha avuto un infarto non può fare esercizio fisico. Sicuramente l’infarto è un evento importante e da trattare adeguatamente. Le persone che l’hanno avuto, però, non devono rinunciare all’attività fisica, anzi: questa fa parte proprio della riabilitazione. Ovviamente il percorso va studiato col proprio medico curante o con un professionista.
Possiamo dunque imparare a gestire meglio il nostro stile di vita, ed eliminando alcune convinzioni possiamo ridurre ancora di più il rischio di andare incontro a malattie cardiovascolari.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)