Attenti alle ferie residue in busta paga, in quanto a breve ci si potrebbe ritrovare a dover fare i conti con delle importanti novità. Ecco cosa sta succedendo.
È davvero molto importante stare attenti al numero di ferie residue in busta paga, onde evitare spiacevoli inconvenienti. Ma cosa c’è da aspettarsi? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Il lavoro riveste un ruolo importante nella nostra esistenza in quanto ci permette di attingere al denaro di cui necessitiamo per fronteggiare le varie spese della vita quotidiana. Allo stesso tempo non si può negare come sia spesso anche fonte di problemi per via delle varie scadenze e impegni da rispettare.
Da qui nasce l’irrefrenabile desiderio di molti di staccare un po’ la spina, usufruendo di alcuni giorni di ferie. Ebbene, proprio soffermandosi su quest’ultime si invita a prestare attenzione alle ferie residue in busta paga. Questo in quanto a breve ci si potrebbe dover ritrovare a dover fare i conti con conseguenze non di poco conto. Ma cosa succede? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Busta paga, occhio alle ferie residue, conseguenze inaspettate: cosa c’è da sapere
Come già detto è importante prestare attenzione alle ferie residue. Questo perché il 30 giugno è il termine ultimo per le aziende per far godere ai lavoratori dei giorni di riposo accumulati e non ancora goduti. Entrando nei dettagli si ricorda che, stando alla normativa vigente, entro la fine di giugno il lavoratore deve aver fruito di tutte le ferie maturate al 31 dicembre di due anni prima.
In pratica entro il 30 giugno di quest’anno il lavoratore deve aver smaltito tutte le ferie maturate nel 2021. Sempre in tale ambito è bene ricordare che ogni lavoratore matura quattro settimane di ferie all’anno. Di queste, due devono essere fruite nel corso dell’anno di riferimento, mentre per le altre due si hanno 18 mesi di tempo dalla scadenza del periodo di maturazione.
Se il datore di lavoro non conceda questi giorni, comunque, il lavoratore non perde il relativo diritto a partire dal 1° luglio. Bensì potrà beneficiarne anche in seguito. Le ferie non godute, inoltre, potranno essere monetizzate solamente alla cessazione del rapporto di lavoro. Per quanto concerne le ferie non godute, quindi, il lavoratore non si accorgerà praticamente di nulla. Il discorso cambia per quanto riguarda i datori di lavoro.
Quest’ultimi, è importante sapere, rischiano di dover fare i conti con oneri contributivi e pesanti sanzioni se non concedono ai propri dipendenti tutte le ferie maturate due anni prima. In particolare rischiano sanzioni con importi che partono da 120 euro fino ad arrivare a 5.400 euro. Quest’ultimo importo particolarmente alto, ad esempio, viene applicato quando le violazioni hanno avuto luogo per più di quattro anni oppure hanno coinvolto almeno dieci lavoratori.