Le intossicazioni alimentari si verificano molto più spesso di quanto si possa immaginare, e soprattutto tra le mura domestiche.
Gli alimenti non sono mai “puri” al 100%, sebbene in tutta la filiera produttiva vengano eseguiti i controlli: virus e batteri possono contaminarli in ogni momento e molto spesso capita proprio in cucina.
Se impariamo ad adottare le misure di prevenzione, possiamo evitare di incorrere in tossinfezioni e intossicazioni alimentari, ecco perché l’EFSA divulga periodicamente informazioni utili.
Differenza tra tossinfezioni e intossicazioni alimentari: come accadono e quali sono i sintomi
Quando un alimento, fresco, lavorato o conservato, è compromesso si possono verificare vari tipi di intossicazione; scopriamo le definizioni corrette grazie alla guida dell’EFSA.
Le malattie che si manifestano in seguito all’ingestione di alimenti contaminati da microrganismi o dalle loro tossine si dividono in tre principali tipologie:
- infezioni alimentari, causate da microrganismi patogeni;
- intossicazioni alimentari, causati da tossine;
- tossinfezioni vere e proprie, causate da batteri + tossine.
I sintomi variano da lievi (che durano qualche ora) a gravi (che perdurano per qualche giorno) e si manifestano generalmente con problemi gastrointestinali: nausea, vomito, diarrea. Le conseguenze sono più importanti nei soggetti fragili, come i bambini, gli anziani o le donne in gravidanza.
I patogeni che causano le più comuni tossinfezioni e intossicazioni sono l’Escherichia Coli, la Salmonella, il Clostridium botulinum e anche l’HAV, che scatena l’Epatite A.
- L’Escherichia Coli ha un’incubazione da 2 a 5 giorni, e i sintomi comprendono malesseri a livello gastroenterico, diarrea, diarrea emorragica. Possono insorgere gravi complicazioni, come la sindrome emolitico-uremica (SEU); gli alimenti a rischio sono il latte crudo, i formaggi non pastorizzati, la carne bovina poco cotta, ma anche alcuni prodotti freschi come l’insalata, i germogli e gli spinaci.
- Il Botulismo è una malattia paralizzante scatenata dal batterio Clostridium botulinum e gli alimenti a rischio sono i cibi in scatola o conservati, soprattutto se sono stati preparati in casa.
- L’Epatite A è una malattia di origine virale che danneggia il fegato. Gli alimenti a rischio sono soprattutto molluschi e crostacei, frutti di bosco e verdure crude.
- La Salmonellosi è infine una malattia causata dal batterio Salmonella e ha un’incubazione variabile dalle 6 alle 72 ore. Causa disturbi gastroenterici, ma possono manifestarsi sintomi più gravi, come batteriemie o infezioni focali a carico di ossa e meningi.
Come prevenire le intossicazioni e tossinfezioni alimentari?
L’EFSA pubblica periodicamente note informative anche nei canali ufficiali, in modo che le persone possano auto-tutelarsi il più possibile, soprattutto dai rischi derivanti dagli errori commessi tra le mura domestiche.
Innanzitutto occorre prestare molta attenzione all’igiene personale e a quella degli utensili; è opportuno lavarsi le mani prima di manipolare i cibi, ma anche durante la preparazione degli stessi, nonché ogni volta che si va in bagno. I piani di lavoro e ciò che viene a contatto col cibo deve essere regolarmente pulito e disinfettato.
La gestione degli alimenti è il secondo punto; bisogna tenere la carne, il pollame ed il pesce crudo separati dagli altri cibi; inoltre è necessario usare attrezzature da cucina (coltelli, posate, taglieri eccetera) separati se vengono usati per i cibi crudi. Infine, bisogna conservare i cibi in contenitori chiusi e separati, per evitare le contaminazioni.
La cottura effettuata in modo corretto è un altro punto fondamentale; le alte temperature uccidono virus e batteri, e inoltre bisogna ricordare di scaldare completamente un alimento cotto in precedenza prima di consumarlo.
Sempre per quanto riguarda i cibi cotti e/o la loro conservazione, ecco altri suggerimenti utili:
- i cibi cotti non vanno lasciati a temperatura ambiente per più di 2 ore;
- i cibi cotti o facilmente deperibili vanno raffreddati velocemente, almeno a 5 gradi;
- il cibo cotto va servito molto caldo, almeno a 60 gradi;
- gli alimenti congelati non vanno scongelati a temperatura ambiente;
- infine, è sempre meglio non tenere per troppo tempo i cibi nel frigorifero, anche se per loro natura si conservano a lungo.