Ultimamente c’è stato largo uso di tamponi per la scarlattina, o comunque per rilevare la presenza di Streptococco beta emolitico di gruppo A (SBEA).
Una Legge emanata nel 2022 ha consentito alle persone di recarsi in farmacia e chiedere che venga effettuato un tampone faringeo o test salivari o nasali per rilevare la presenza dei vari tipi di batteri streptococco.
Lo Streptococco beta emolitico di gruppo A (SBEA) dà origine a diversi disturbi di salute, come il classico mal di gola, ma anche effetti più importanti, come ad esempio febbre e comparsa di esantema cutaneo in caso di scarlattina.
Ultimamente sono aumentati molto i casi di questa malattia, con un’incidenza del +50% rispetto agli anni scorsi. L’enorme diffusione della malattia ha messo in allarme i genitori ma anche i pediatri e il Ministero della Salute. Il fenomeno si è verificato, anche se con percentuali diverse, in molti Paesi europei.
Eclatante è il caso, ad esempio, dell’Irlanda, in cui da inizio anno si sono registrati 101 casi, rispetto ai 7 dell’anno precedente.
Quali sono i sintomi di un’infezione da streptococco?
La SIP, la società Italiana Pediatri, ha divulgato recentemente alcuni consigli per far comprendere ai genitori cosa fare in caso di infezione con una tipologia di streptococco.
Generalmente, dopo una settimana dal contagio, possono comparire i sintomi che comprendono: mal di gola, debolezza generale, febbre sopra ai 38 gradi e a volte ingrossamento dei linfonodi nel collo; a volte compaiono anche mal di testa, dolori addominali e – nel caso della scarlattina – le classiche macchioline rosse sul corpo.
Per diagnosticare in modo preciso l’infezione è necessario un tampone, ma deve essere fatto dal pediatra, poiché di conseguenza, analizzando la salute generale del bambino, deciderà quale terapia prescrivere.
Tamponi per la Scarlattina, ecco l’errore da evitare
Molti genitori, però, magari perché a scuola sono stati rilevati dei casi, effettuano il tampone anche in assenza di sintomi.
Gli esperti spiegano che ciò può causare diversi problemi. In primis perché se un soggetto è asintomatico anche l’infezione da streptococco non è infettiva, e dunque non può avvenire contagio. Inoltre 1 soggetto su 4 con tampone positivo può essere portatore sano.
Il timore che il bambino infetto (sintomatico o asintomatico) possa incorrere in gravi disturbi di salute può indurre i genitori a somministrare medicinali, e ancora peggio antibiotici, anche se non è necessario.
Tra l’altro, anche in presenza di positività allo streptococco non è detto che sia questo batterio ad aver causato il mal di gola, che magari è insorto per un’infezione virale di altro genere.
La mancanza di Amoxicillina registrata negli ultimi mesi ha messo in crisi anche i pediatri, che non hanno potuto prescriverla quando era davvero necessario.
Ecco perché quando i bambini avvertono sintomi e disturbi di salute è sempre opportuno rivolgersi al pediatra, che deciderà l’eventuale terapia. Assumere antibiotici senza necessità non solo fa male alla salute ma alimenta il fenomeno dell’antibiotico resistenza, che se non verrà fermato porterà gravi conseguenze alla salute di tutta la popolazione.