Se pensavamo che i pipistrelli europei fossero diversi da quelli cinesi o di altre zone del mondo forse ci sbagliavamo di grosso.
Le preoccupazioni riguardano, tra le altre cose, la possibilità che i virus facciano il cosiddetto “salto di specie”, così com’è capitato con l’Aviaria.
Ricordiamo a questo proposito che il virus H5N1 infetta gli uccelli, ma negli ultimi tempi è passato anche ai mammiferi; in Spagna qualche mese fa si verificò un focolaio presso un allevamento di visoni.
Dunque anche i virus che sono veicolati dai pipistrelli potrebbero passare all’uomo, causando nuove pandemie? Ecco le considerazioni di un recente studio.
I pericoli dei pipistrelli europei e gli scenari che si prospettano in futuro
Quando si scatenò la pandemia da Covid la Scienza cercò di capire da dove fosse nata. Molti studi vennero effettuati anche sui pipistrelli e sulla moltitudine di virus che essi veicolano.
Le ricerche sono state incentrate su esemplari cinesi ma non su quelli presenti in Europa. Oggi si scopre che i pipistrelli del nostro territorio sono serbatoio di tanti virus, compresi i Coronavirus, esattamente come quelli del resto del mondo.
Nel Regno Unito, proprio recentemente, sono stati scoperti pipistrelli infetti da nuovi tipi di Coronavirus. Lo studio è stato poi pubblicato su Nature Communications.
I ricercatori hanno sottolineato il fatto che è proprio la mancanza di studi approfonditi che potrebbe esporci a nuove pandemie, poiché fino ad ora si erano esaminati solamente pipistrelli cinesi o di altri Paesi. Non conoscere i virus significa non poter produrre le cure o i vaccini per combatterli.
Chi ha pubblicato lo studio avverte che non si sa ancora molto sui nuovi virus presenti nei pipistrelli del Regno Unito e di quelli che vivono in tutta Europa, ma ciò può significare anche che non potremo capire se potranno fare il “salto di specie”, esattamente come l’Aviaria.
Quali sono i nuovi virus scoperti nei pipistrelli?
Dalle analisi effettuate anche e soprattutto nel Regno Unito è emersa la presenza dei sarbecovirus, che sono un sottogenere appartenente ai betacoronavirus
I coronavirus appartengono al sottogenere sarbecovirus. Il betacoronavirus è uno dei quattro tipi di coronavirus. Sarbecovirus è il sottogenere che si presume sia il genitore dei tipi di coronavirus trovati negli ultimi anni (SARS all’inizio del 2000, MERS negli anni 2010 e nel 2020 il COVID-19)
Lo studio pubblicato su Nature riporta i risultati dei test effettuati su 48 campioni di feci, che appartenevano a 16 delle 17 specie di pipistrelli che vivono nel Regno Unito; è emerso che contenevano almeno 9 coronavirus, di cui 4 sarbecovirus e 1 correlato alla Mers (sindrome respiratoria mediorientale).
Tutti i virus potrebbero in qualche modo mutare e dunque creare nuove pandemie, e questo è anche il timore di uno degli studiosi che ha analizzato i pipistrelli. Potremmo ritrovarci, insomma, con nuove malattie, e se non si amplia la ricerca potremmo essere nuovamente impreparati ad affrontarle.