Stanchezza cronica, spetta l’invalidità con il riconoscimento della sindrome?

La sindrome da stanchezza cronica può dar diritto all’invalidità civile? Quali sintomi rendono la malattia invalidante?

La condizione di stanchezza continua è invalidante per tante persone che si trovano a non riuscire a gestire la quotidianità.

Stanchezza cronica spetta l'invalidità
Quando è concessa l’invalidità con la stanchezza cronica – Informazioneoggi.it

Se una patologia è ritenuta invalidante viene inserita in una lista presa come riferimento per accordare eventuali benefici economici o assistenziali. Vi fa parte anche la sindrome da stanchezza cronica? Purtroppo l’INPS non ha inserito la patologia nell’elenco del DL 5 febbraio 1992 e non l’ha aggiunta neanche successivamente. Ma attenzione ad un dettaglio.

Ciò che molti chiamano sindrome della stanchezza cronica è in realtà riconosciuta dalla comunità scientifica come encefalomielite mialgica, una sindrome che l’Organizzazione Mondiale della Sanità identifica con il codice ICD G93.3. Significa che se la diagnosi della Commissione medica che valuterà le condizioni di salute dovesse inserire tale dicitura nel verbale allora si potrà ottenere l’invalidità civile. Tutto inizia, però, da una precedente diagnosi di questa malattia a cui il medico curante può ricorrere per avviare l’iter di riconoscimento dell’invalidità. Ma ciò potrebbe non bastare.

Stanchezza cronica, quando l’invalidità è concessa

Vedersi diagnosticata l’encefalomielite mialgica potrebbe non essere sufficiente per ottenere l’invalidità. La commissione dovrà attestare le conseguenze della sindrome sulla persona. Se tali conseguenze dovessero rientrare tra i disturbi presenti nelle tabelle ministeriali allora il riconoscimento dell’invalidità si potrebbe ottenere.

Stanchezza cronica quando è invalidante
Sindrome della stanchezza cronica e invalidità – Informazioneoggi.it

La sindrome da stanchezza cronica, dunque, per essere considerata invalidante dovrà comportare serie conseguenze di salute per l’interessato. In caso contrario la percentuale di invalidità riconosciuta potrebbe essere talmente bassa da non portare alcun beneficio dal punto di vista economico.

Per ottenere agevolazioni in denaro, infatti, occorre avere un grado di invalidità superiore al 74%. L’encefalomielite mialgica se associata ad altri disturbi invalidanti potrebbe alzare la percentuale di invalidità. Tra questi disturbi conseguenti alla sindrome citiamo

  • faringite,
  • dolori alle ghiandole linfonodali cervicali e ascellari,
  • disturbi della memoria e della concentrazione talmente gravi da non consentire di condurre una vita personale e lavorativa normale,
  • dolori muscolari e delle articolazioni senza che queste siano gonfie o infiammate,
  • febbre,
  • cefalea,
  • stanchezza che non passa né con il riposo né con il sonno,
  • spossatezza dopo un qualsiasi esercizio fisico per almeno 24 ore e si intensifica ad ogni minimo sforzo.

Si tratta, quindi, di conseguenze che impediscono lo svolgimento di una normale vita e che possono essere definite invalidanti. Devono durare da almeno sei mesi e la diagnosi non è affatto semplice. I medici procederanno con l’esclusione di altre patologie (tumori, ipotirodismo, infezioni, epatite…) prima di arrivare a optare per la sindrome da stanchezza cronica.

Tra le conseguenze della sindrome si segnalano la psicosi, la nevrosi isterica o fobica ossessiva, la schizofrenia cronica, disturbi ciclotimici, la sindrome delirante cronica e la sindrome depressiva. Stati di salute che limitano la capacità lavorativa e che sono inclusi nelle tabelle ministeriali che riconoscono l’invalidità fino al 100%.

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