Continua ad essere possibile la pensione anticipata, per mezzo di una serie di misure previdenziali. Quali requisiti servono?
Per evitare che l’unica soluzione per smettere di lavorare sia il raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia previsti dalla Legge Fornero, sono stati confermati anche per il 2023 degli strumenti di anticipo pensionistico.
Scopriamo, dunque, quali sono le opzioni messe a disposizione dalla normativa per la pensione anticipata, i requisiti per usufruirne e le tempistiche per la decorrenza della prima rata della prestazione.
Pensione anticipata: grandi vantaggi per queste categorie di lavoratori
Fino al 2026, per la pensione di vecchiaia, bisognerà raggiungere i 67 anni di età e i 20 anni di contribuzione.
La stessa Legge Fornero, tuttavia, stabilisce la possibilità di beneficiare della pensione anticipata ordinaria con 42 anni e 10 mesi di contributi, per gli uomini, oppure 41 anni e 10 mesi, per le donne, indipendentemente dall’età anagrafica.
È, inoltre, stabilita una finestra mobile di 3 mesi, a partire dalla data di maturazione dei requisiti, per l’accredito della prima rata dell’assegno.
Con la Legge di Bilancio 2023, poi, è stata sostituita Quota 102 con Quota 103.
Quest’ultima misura è accessibile con 62 anni di età e 41 anni di contribuzione.
L’ammontare della pensione, inoltre, fino al compimento dei 67 anni, non dovrà essere 5 volte superiore al trattamento minimo, cioè 36.600 euro annui.
Anche i lavoratori impegnati in mansioni usuranti potranno continuare a beneficiare dell’accesso al pensionamento anticipato. Per coloro che svolgono mestieri faticosi e pesanti, infatti, la normativa previdenziale stabilisce le seguenti opzioni:
- Quota 97,6, con almeno 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contribuzione, riservata ai lavoratori dipendenti;
- Quota 98,6, con 62 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contribuzione, per i lavoratori autonomi.
I lavoratori precoci, invece, possono contare su Quota 41, cioè la pensione in anticipo con 41 anni di anzianità contributiva, a prescindere dall’età anagrafica.
Tale strumento è rivolto sia agli uomini sia alle donne che hanno almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni di età. Si tratta, inoltre, di una misura strutturale e non sperimentale, che rimarrà in vigore anche per i prossimi anni.
Opzione Donna e APE Sociale: quale futuro per i due meccanismi pensionistici?
Opzione Donna concede la pensione anticipata alle:
- caregivers, da almeno 6 mesi, di parenti conviventi disabili gravi;
- invalide almeno al 74%;
- disoccupate o dipendenti di aziende in crisi.
Le potenziali beneficiarie, inoltre, devono possedere non meno di 60 anni di età e 35 anni di contribuzione, maturati entro il 31 dicembre 2022. È, tuttavia, possibile smettere di lavorare a 59 anni se si possiede un solo figlio oppure a 58 anni se si hanno 2 o più figli (per le disoccupate o le dipendenti di aziende in crisi, invece, il requisito anagrafico è sempre di 58 anni).
L’APE Sociale, infine, permette di terminare la vita lavorativa con 30 anni di contributi (36 per gli addetti ai lavori gravosi) e 63 anni di età. È destinata, però, solo a queste quattro categorie di lavoratori:
- disoccupati involontari da almeno 3 mesi che non percepiscono la NASpI;
- caregivers, da almeno 6 mesi, del coniuge, unito civilmente o parente di primo gravo convivente disabile grave;
- disabili almeno al 74%;
- addetti a mansioni faticose da almeno 6 anni, negli ultimi 7 di attività.