C’è molta attenzione nei confronti dello stato di salute dell’uomo ricoverato in ospedale dopo la diagnosi di Colera.
La terribile malattia causata dal batterio Vibrio cholerae può essere anche mortale e soprattutto gli infetti possono contagiare per lunghi periodi di tempo.
Il Colera è una di quelle malattie che non si sentono nominare da decenni; anche se per fortuna non ci sono mai tanti casi, il batterio che la causa esiste e non dobbiamo abbassare la guardia.
Ce lo insegna la storia dell’uomo ricoverato in questi giorni in Sardegna: adesso sta bene e le sue condizioni di salute stanno migliorando. Anche senza allarmarsi per paura di trovarsi di fronte ad una nuova “epidemia”, è bene sapere che il colera può passare da uomo a uomo e quindi causare un pericolo per la salute pubblica.
Come ha preso il Colera l’uomo ricoverato da alcuni giorni in Sardegna
Inizialmente l’anziano malato era stato ricoverato per malesseri gastrointestinali, che però non erano migliorati con la terapia. Solamente con esami più approfonditi si è scoperta la presenza del batterio Vibrio cholerae.
In questo modo si è potuti adottare il protocollo corretto e aiutare il paziente a migliorare. Si presume che abbia contratto il Colera nutrendosi con delle cozze crude. L’uomo aveva affermato anche di non aver effettuato viaggi all’estero.
Il Colera è infatti endemico in molti Paesi e se pensiamo che in Europa non esista ci sbagliamo; negli anni passati sono stati segnalati diversi casi, di cui alcune decine nel Regno Unito ma anche in Francia, Polonia, Norvegia e Danimarca.
Come sappiamo, il batterio che infetta un uomo innesca gravi problemi a carico gastrointestinale e la diarrea/vomito che ne conseguono sono molto forti tanto da disidratare velocemente il soggetto. Il batterio si diffonde anche grazie alla mancata igiene personale.
Al momento non si sa quale forma di Colera abbia contratto il pensionato sardo, ma sappiamo che almeno due ceppi, il Vibrio cholerae 01 e il Vibrio cholerae 0139 possono causare epidemie, mentre altri dare “solamente” disturbi gastrointestinali.
Ad ogni modo, l’infetto (o portatore sano) elimina i vibrioni del batterio attraverso le feci e ciò accade anche per molte settimane. La malattia si trasmette per contatto oro-fecale e dunque in assenza di adeguate norme igieniche può passare da persona a persona.
È importante dunque osservare una scrupolosa attenzione per evitare la diffusione del batterio; per ridurre i rischi gli esperti consigliano di non mangiare carne cruda o semi-cotta, così come pesce crudo di cui non si ha la sicurezza dell’origine. Al tempo stesso, bisogna lavarsi le mani con acqua e sapone prima di manipolare gli alimenti che finiranno sulle tavole.