Il congedo 104 da diritto al versamento dei contributi? La questione è importante perché potrebbero esserci ripercussioni sulla pensione.
I lavoratori dipendenti che prestano assistenza ad un familiare disabile grave ai sensi dell‘art.3, comma 3, della Legge 104/1992, hanno diritto ad un congedo straordinario della durata di 2 anni.
Si può beneficiare dell’agevolazione in maniera consecutiva oppure frazionata in giorni (ma non in ore), fino al limite massimo di 24 mesi.
Il congedo 104 è disciplinato dalla Legge n. 151 del 2001, che precisa il diritto del lavoratore a percepire la normale retribuzione e al versamento dei cd. contributi figurativi, per tutto il periodo di assenza dal lavoro.
Tali contributi sono utili ai fini della maturazione dei requisiti per accedere alla pensione. Ci sono, tuttavia, delle eccezioni. Analizziamo la normativa e scopriamole.
Congedo 104 e riconoscimento dei contributi: cosa stabilisce la legge?
Come abbiamo anticipato, i beneficiari del congedo 104 hanno diritto ad un’indennità pari all’ultima retribuzione percepita prima della fruizione del beneficio e al riconoscimento dei contributi figurativi, validi sia per il diritto alla pensione e sia per il suo ammontare.
Si tratta di garanzie per evitare penalizzazioni sul futuro assegno. Tale regola, tuttavia, non vale per tutti, perché ci sono dei requisiti da dover rispettare.
La normativa, infatti, impone il rispetto di determinate soglie massime di reddito per beneficiare dell’accredito pieno dei contributi figurativi da parte dell’INPS.
Nel 2023, per effetto della rivalutazione delle pensioni, l’importo totale del reddito e della contribuzione figurativa non può essere superiore a 53.687 euro annui. In particolare, non si può percepire un’indennità annua superiore a 40.336 euro (circa 110,59 euro al giorno) e una contribuzione figurativa superiore a 13.320,65 euro.
Di conseguenza, se il lavoratore in congedo 104 dovesse superare tali soglie, riceverebbe una penalizzazione sull’importo della pensione.
Come incide la contribuzione figurativa sulla pensione?
Per capire quali sono le conseguenze del congedo 104 sull’assegno pensionistico è utile fare un esempio. Tizio percepisce una retribuzione lorda annua di 50 mila euro. In caso di richiesta di congedo straordinario, riceverebbe circa 9.700 euro lordi annui in meno, ossia circa 19.500 euro di penalizzazione in 2 anni.
Allo stesso modo, potrebbe contare solo su 13.320,65 euro di contributi all’anno anziché gli ordinari 16.500 euro, con una perdita di circa 3.200 euro di contributi per ciascun anno di lavoro (in totale, 6.400 euro in 2 anni).
Si tratta di una perdita economica molto consistente ai fini della pensione, quantificabile in circa 500 euro lordi all’anno in meno.
Il discorso, invece, è differente per coloro che hanno una retribuzione lorda annua inferiore a 40.336 euro (circa 3 mila euro al mese). In questo caso, il periodo di congedo 104 verrebbe coperto per intero dai contributi figurativi, senza alcuna penalizzazione sulla pensione futura.